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La scelta del latte nei primi anni di vita

Questo argomento è di particolare importanza, perché tutto quello che facciamo ad un bambino piccolo, essendo ancora fortemente immaturo, è fondamentale non solo per la sua vita presente, ma praticamente per tutta la durata della sua vita futura o comunque per buona parte di questa.

Infatti, l’informazione alimentare che diamo ad un neonato e comunque ad un bambino nei primi 2-3 anni di vita è destinata a lasciare un segno, a volte solo subliminale e a volte in modo cosciente, per tutta la sua esistenza. Infatti, un recentissimo studio dell’American Heart Association (1) ha dimostrato che l’informazione alimentare che noi diamo ad un bambino lo può predisporre oppure può fargli evitare patologie dell’età adulta: patologie cardiovascolari, immunitarie, metaboliche e oncologiche.

Pertanto, considero questo argomento della nutrizione pediatrica di particolare importanza per la salute della persona futura e ciò significa che, a mio avviso, queste informazioni essenziali dovrebbero essere note a tutti:

  • ai genitori, affinché educhino bene i loro figli;
  • ai giovani, perché si spera che un giorno diventino genitori responsabili;
  • ai nonni, perché possano informare bene i loro figli e nipoti.

Disporre di una buona Conoscenza riduce la possibilità di errore ed è una tappa obbligata per mantenere o ritornare allo stato di salute.

Il latte di oggi non è quello di ieri

Il latte di oggi non è più quello di una volta: non lo è il latte materno, né il latte di mucca e neppure i latti formulati preparati accuratamente dall’Industria Alimentare. Ovviamente le qualità attuali di questi latti sono enormemente peggiorate a causa dell’inquinamento, degli allevamenti intensivi e anche delle coltivazioni intensive e dei farmaci che vengono usati in tutte le fasi di produzione animale del latte.

Le differenze sono sostanziali:

  • Il latte dei nostri nonni era sano, quello di oggi è inquinato.
  • Il latte dei nostri nonni era nutrizionalmente abbastanza equilibrato, quello di oggi è povero e nutrizionalmente squilibrato.
  • Per la sua ricchezza in proteine, il latte dei nostri nonni era estremamente importante perché le proteine animali erano assunte occasionalmente, mentre oggi assumiamo un eccesso proteico.

Pur essendo potenzialmente allergizzante, il latte dei nostri nonni non creava grossi problemi, perché i bambini erano più robusti, ma oggi la situazione si è capovolta: i bambini sono più deboli e più intossicati.

Pertanto, è molto più facile avere danni e squilibri immunitari.

Per questi e per molti altri motivi, oggi consiglio di fare il possibile per evitare il latte di mucca, ma in seconda battuta anche quello degli altri mammiferi, optando invece, appena possibile, per bevande vegetali.

Il latte di mucca va sostituito

I latti di origine animale non sarebbero necessari nella dieta di un bambino che non può essere allattato al seno di sua madre e che ha più di 4-5 mesi di vita.

A partire da questa età (ma anche prima in caso di necessità) è possibile nutrire il bambino con i “latti” vegetali e, appena possibile, iniziare lo svezzamento. Nei primi mesi di utilizzo di questi “latti” vegetali scegliere ovviamente quelli “formulati”, perché nutrizionalmente più completi.

In ogni caso, quando utilizziamo i “latti” vegetali non formulati, dato che sono nutrizionalmente più poveri del latte vaccino, è consigliabile integrare il loro apporto nutrizionale anticipando lo svezzamento o associando alcuni integratori in base alle carenze specifiche di queste bevande, all’età e alle condizioni costituzionali del bambino. Per una corretta scelta ho recentemente pubblicato due videocorsi che spiegano tutto quello che serve sapere per decidere:

Dobbiamo adattarci ai cambiamenti

Quindi, se siamo ancora convinti che il latte di mucca sia essenziale per la crescita di un bambino, è doveroso chiedersi se anche le nostre abitudini e le nostre convinzioni siano ancora adeguate o se devono essere modificate proprio in base alle nuove condizioni personali, sociali, ambientali, tossicologiche, ecc. in cui ci troviamo a vivere.

Il mondo cambia e le condizioni di vita sono influenzate dall’ambiente e quindi dobbiamo tenerne conto adattando i nostri comportamenti ai vari cambiamenti in atto. Se non lo facciamo, prima o poi i nostri figli rischiano di fare esperienze negative.

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Bibliografia

  1. Khan SS et al. Optimizing Prepregnancy Cardiovascular Health to Improve Outcomes in Pregnant and Postpartum Individuals and Offspring: A Scientific Statement From the American Heart Association. Circulation. 2023 Feb 14;147(7):e76-e91.