Ho ricevuto questa email da una mamma che si definisce “in grande dilemma”:
“Caro dottore, leggendo un articolo sulle differenze tra DTPa (tipo pediatrico) e Dtpa (tipo adulto) mi ha colpito questa frase: …ma vorrei far notare che l’uso del tipo adulti, anche se immunogeno e sicuro è meno immunogeno del tipo pediatrico ed infatti è stato realizzato con lo scopo di effettuarlo in soggetti di maggiore età nei quali l’uso di quantità più elevate di antigene potrebbe dare maggiori reazioni vaccinali.”
Mio figlio ha 15 mesi, è stato vaccinato con la prima dose di Tetravac quando aveva 4 mesi e poi ho letto il suo libro e ho deciso di posporre la 2° e 3° dose. Alla fine abbiamo optato di vaccinarlo perché ci rechiamo spesso nei Paesi di Terzo Mondo, però solo con la Tetravalente.
Ora mi hanno convinto che devo fare la 2° dose entro un anno dalla prima, perché altrimenti dovrei ripetere tutto il ciclo: è vero??
Quindi pensavo di fare la 2° dose adesso e la 3° tra 1-2 anni (quando lui avrà più di 2-3 anni).
Ma ora ho la grande paura che posponendolo rischio maggiori reazioni vaccinali!!
Cosa faccio??
Mi aiuti per favore. Sono disperata. Non so a chi altro a chiedere …
Cordialmente, E. S.”.
Ho risposto alla Signora in questo modo:
Cara Signora,
nei bambini piccoli si iniettano vaccini con maggior antigene perché il loro sistema immunitario è talmente debole che bisogna bombardarlo molto per indurlo a produrre una quantità sufficiente di anticorpi (per questo poi alcuni bambini rischiano di ammalarsi, perché, come giustamente afferma l’articolo che lei riporta, il danno vaccinale è correlato anche alla quantità degli antigeni che iniettiamo loro, oltre che essere inversamente correlato alla loro età).
Nei bambini più grandi (in genere dopo i 5-6 anni) si usano le dosi dell’adulto perché bastano dosi inferiori di antigene e sarebbe più pericoloso usare dosi maggiori.
Ora, per quanto riguarda suo figlio, le anticipo che non dovrei dare consigli senza conoscerlo e sapere in che condizione si trova il suo sistema immunitario dato che ogni decisione farmacologica (i vaccini sono farmaci) deve assolutamente essere personalizzata in base a molti fattori che vanno analizzati. Comunque, in genere, in una situazione simile a quella che lei ha descritto io do i seguenti consigli:
- Prima di tutto non pensi che sia facile che il sistema immunitario dimentichi lo stimolo antigenico che ha ricevuto con il primo vaccino; oggi sappiamo che l’effetto sul sistema immunitario può durare alcuni anni, anche se dipende da vari fattori.
- Poi, prima di fare un altro inoculo vaccinale a quella età, che comunque credo non serva assolutamente!, le consiglio di fare un esame del sangue con ricerca degli anticorpi antitetanici: se questi sono in quantità superiore a 0,1 UI/ml, il bambino è protetto e lei non deve fare nulla (tanto più è elevato il titolo anticorpale, tanto più a lungo dura l’effetto della prima vaccinazione);
- Consideri anche che ci sono dei bambini che non sono mai stati vaccinati e hanno un titolo ematico di anticorpi antitetanici già protettivo, anche se debole, e in questo caso, se c’è una ferita a rischio basta somministrargli un solo inoculo del vaccino antitetanico, per far immediatamente salire (entro 2-3 giorni) i suoi anticorpi antitetanici (conviene però, per sicurezza, controllare il titolo anticorpale con un prelievo di sangue).
Pertanto, mi raccomando di stare tranquilla e per sicurezza di dosare gli anticorpi antitetanici di suo figlio.
Un caro saluto.
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Bibliografia consigliata
Gava R., Serravalle E. Vaccinare contro il Tetano? Salus Infirmorum, Padova, 2017.
Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Salus Infirmorum, Padova, 2018.