Nella prima metà del XX secolo le patologie infettive erano la prima causa di morte. Successivamente, grazie al miglioramento delle condizioni sociali, igieniche, ambientali e alimentari, abbiamo assistito alla grande diminuzione di tutte le patologie infettive, anche di quelle epidemiche, iniziata ben prima che fossero disponibili gli antibiotici e i vaccini, ma ovviamente aiutata e accelerata anche da questi.
Negli ultimi decenni nei Paesi industrializzati sono andate lentamente aumentando le patologie cronico-degenerative che oggi sono diventate la prima causa di morte.
Negli ultimi 20 anni, però, si sono ripresentate con maggiore gravità anche le patologie infettive: in particolare quelle batteriche resistenti agli antibiotici (1, 2) e quelle virali (sia endemiche, sia epidemiche stagionali e ora anche pandemiche).
Le pandemie virali sono sempre esistite, comparendo a intervalli più o meno lunghi; oggi però abbiamo conoscenze scientifiche sufficienti sia per capire la loro origine che per proteggerci.
Il potenziamento delle nostre difese immunitarie naturali è di fondamentale importanza. A parte casi eccezionali (soggetti particolarmente immunodepressi o portatori di patologie congenite latenti), se il nostro sistema immunitario è normofunzionante, nella stragrande maggioranza dei casi è capace di contrastare qualsiasi infezione. Infatti, anche l’attuale morbosità e mortalità da CoVID-19 interessano quasi completamente solo i soggetti affetti da patologie croniche e immunologicamente deboli o con patologie genetiche latenti (3).
La normale attivazione delle nostre difese richiede il rispetto di alcuni punti fondamentali (4):
- un corretto stile di vita, finalizzato a contenere l’infiammazione sistemica di basso grado che tende a formarsi cronicamente in seguito a svariate cause quotidiane di stress psico-fisico e biologico;
- una alimentazione relativamente sana (oggi tutto il cibo è intossicato, ma le coltivazioni biologiche lo sono meno);
- un ambiente non troppo inquinato;
- una diagnosi medica che individui eventuali punti deboli della persona;
- una terapia personalizzata che consideri l’eventuale integrazione di sostanze bioattive mirate a rinforzare le debolezze organiche a stimolare il sistema immunitario (trattamenti che ho descritto nel mio ultimo libro “Proteggersi dalle infezioni virali”);
- l’abitudine a trattare le patologie acute prima di tutto con cure non farmacologiche, cercando in questo modo di riservare i farmaci solo per patologie importanti o non rispondenti alle cure naturali(ogni farmaco, in modo diretto o indiretto, contribuisce all’acidosi e altera il sistema immunitario).
I medici che operano sul territorio contro l’attuale pandemia e che associano al trattamento farmacologico le vitamine C e D, lo zinco e altri integratori come lattoferrina ed esperidina scelti in base alla situazione clinica del malato, che sconsigliano il paracetamolo (per es. Tachipirina®) e che intervengono ai primissimi sintomi del CoVID-19, molto raramente ricorrono al ricovero ospedaliero e hanno una mortalità quasi azzerata (5).
È vero che, come ha scritto John Playfair, ex direttore del Dipartimento di Immunologia presso l’University College Hospital di Londra: “La Medicina non sa il motivo per cui, in presenza di un germe, alcuni si ammalano e altri no” (6). È noto, però, che in un organismo immunologicamente debole o molto debilitato i germi possono causare patologie importanti e anche gravi complicazioni. Infatti, l’Institute of Nutrition of Central America and Panama (7) dimostra che un organismo debilitato è molto meno resistente agli attacchi dei microbi che incontra e sappiamo ad esempio che il morbillo, la diarrea o altre malattie infettive sono di breve durata e senza conseguenze tra i bambini ben nutriti, mentre diventano più facilmente gravi e talvolta fatali per i bambini cronicamente malnutriti o immunodepressi (8).
Se tutto questo è scientificamente dimostrato, allora mi chiedo: perché dopo più di 15 mesi di pandemia non si parla ancora di prevenzione?
La causa prima delle nostre attuali malattie non sono i germi patogeni (batteri, virus, funghi …), ma la debolezza del nostro sistema immunitario che viene squilibrato da tanti fattori e oggi nella maggior parte dei casi la colpa dello squilibrio è umana: o nostra o della società a cui anche noi apparteniamo!
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Bibliografia
- Akova M. Epidemiology of antimicrobial resistance in bloodstream infections. Virulence. 2016 Apr;7(3):252-266.
- Frieri M, Kumar K, Boutin A. Antibiotic resistance. J Infect Public Health. 2017 Jul-Aug;10(4):369-378.
- Gautret P, Million M, Jarrot PA, et al. Natural history of COVID-19 and therapeutic options. Expert Rev Clin Immunol. 2020 Dec;16(12):1159-1184.
- Pere D. Building Physician Competency in Lifestyle Medicine: A Model for Health Improvement. Am. J. Prev. Med. 2017;52:260-261.
- Un esempio per tutti è il Movimento Ippocrate (www.ippocrateorg.org) che raggruppa una rete internazionale di Medici, Ricercatori, Operatori della Sanità, Operatori nel Sociale e che intervengono gratuitamente.
- Playfair J, Bancroft G. Infection & Immunity. Oxford publisher, 5th ed., 2013, ISBN: 9780199609505.
- Scrimshaw N. S. INCAP Studies of Nutrition and Infection. Food Nutr. Bull. 2010;31:54–67.
- Walson JL, Berkley JA. The impact of malnutrition on childhood infections. Curr. Opin. Infect. Dis. 2018;31:1.