Il 10 settembre 2018, l’autorevole rivista scientifica Nature ha pubblicato un interessante articolo (1) a nome di Magar et al. del Dipartimento di Farmacologia di Shirpur (Maharashtra, India). É uno studio condotto insieme ad altri quattro Dipartimenti e Istituti scientifici che aveva l’obiettivo di verificare l’efficacia degli effetti antinfiammatori e antidolorifici di diluizioni estremamente diluite (da 1×10^-6 a 1×10^-30) di Rhus tox, un comunissimo rimedio omeopatico utilizzato secondo la legge di similitudine in molte patologie acute e croniche (febbri, infiammazioni delle mucose, artriti e altri dolori articolari migliorati dal movimento) (2, 3), anche a diluizioni impossibili da concepire (4).
Il dolore neuropatico è in continuo aumento nella popolazione (5), soprattutto in quella anziana, ma anche in pazienti affetti da tumori (stadi avanzati), malattie del sistema immunitario (autoimmunitarie come le collagenopatie), del sistema vascolare (arteriti), metaboliche (neuropatie diabetiche), traumatiche, ecc. Per alleviare i sintomi sono stati sintetizzati molti farmaci (antinfiammatori non steroidei o FANS, cortisonici e analgesici centrali), che però forniscono i loro benefici al prezzo di molti effetti indesiderati, alcuni anche molto pericolosi (6). Pertanto, allo stato attuale, il problema del dolore neuropatico con farmaci sicuri ed efficaci non è assolutamente risolto (7, 8).
La medicina omeopatica utilizza da 200 anni numerosi rimedi e tra questi uno dei più comuni è Rhus tox, ma nonostante l’esistenza di numerosi studi scientifici raccolti in grosse banche dati che ne dimostrano l’efficacia e nonostante siano milioni le persone che nel mondo si curano in quel modo seguendo le prescrizioni di centinaia di migliaia di medici omeopati, i rimedi omeopatici vengono troppo spesso e a priori considerati poco più di un placebo.
Lo studio di Magar et al. conferma che le diluizioni omeopatiche sono efficaci e anzi aumentano la loro efficacia quando superano la soglia fisica del numero di Avogadro (0,6×10^-24). Infatti, questi ricercatori hanno dimostrato pure che esiste una correlazione positiva tra l’effetto antidolorifico e antinfiammatorio di Rhus tox e l’aumento delle sue diluizioni.
In particolare è emerso che:
1. In vitro: l’LPS (un lipopolisaccaride della membrana cellulare dei batteri Gram-negativi) è una sostanza ossidante che aumenta i ROS (specie reattive dell’ossigeno ad azione ossidante) e riduce i livelli di SOD (enzima superossido-dismutasi ad azione antiossidante) e l’attività della catalasi (enzima antiossidante), ma dopo l’aggiunta di diluizioni sempre maggiori di Rhus tox tale attività sono state contrastate e annullate con aumento significativo della SOD (p<0,001) e della catalasi (p<0,01).
2. In vitro: l’LPS aumenta anche le citochine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-1β, IL-6, IL-10), causando infiammazione, ma dopo l’aggiunta di Rhus tox si ottiene anche qui una riduzione diluizione-dipendente statisticamente significativa di TNF-α e IL-1β (p<0,05) e di IL-6 e IL-10 (p<0,01), riportando i loro livelli a quelli pre-LPS.
3. In vivo (nei ratti): nella legatura del nervo sciatico (danno da costrizione neurologica cronica), modello sperimentale usato in ratti da laboratorio per simulare il dolore neuropatico della sciatalgia umana, il trattamento per 14 giorni con Rhus tox ha causato una riduzione della sensibilità ad alcuni stimoli (termici e meccanici) e una migliore velocità di conduzione motoria del nervo sciatico (legato). Gli effetti di Rhus tox sono stati simili a quelli causati da Gabapentin (farmaco oggi usato nella terapia del dolore neuropatico periferico); inoltre, sia Rhus tox che Gabapentin hanno contrastato nel nervo i danni anatomici causati dalla legatura.
Complessivamente, l’effetto protettivo sui nervi di Rhus tox nel dolore neuropatico indotto in vivo dalla legatura del nervo sciatico suggerisce il coinvolgimento, da parte di questo rimedio omeopatico, di meccanismi antiossidanti e antinfiammatori che infatti sono stati dimostrati dall’aumento significativo degli enzimi antiossidanti (SOD e catalasi) e dalla riduzione delle citochine pro-infiammatorie.
Quindi, i ricercatori hanno dimostrato non solo che le alte diluizioni omeopatiche sono risultate più efficaci del placebo, ma che la loro azione è stata sovrapponibile all’effetto del Gabapentin (farmaco chimico), con la differenza che il rimedio omeopatico è privo di effetti indesiderati ed è totalmente sicuro.
È interessante poi sottolineare come i risultati di ricerche in campo omeopatico (tipo questi) non trovano generalmente mai spazio nei media italiani, mentre vengono reclamizzate ricerche contrarie l’omeopatia anche quando sono metodologicamente scorrette; questa manipolazione della realtà omeopatica non è (purtroppo) una novità dato che dura da più di 2 secoli.
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Bibliografia
- Magar S et al. Ultra-diluted Toxicodendron pubescens attenuates pro-inflammatory cytokines and ROS- mediated neuropathic pain in rats. Scientific Reports 2018;8:13562.
- Dos Santos A et al. In vivo study of the anti-inflammatory effect of Rhus toxicodendron. Homeopathy 2007;96:95-101.
- Patil C. et al. Immunomodulatory activity of Toxicodendron pubescens in experimental models. Homeopathy 2009;98:154-159.
- Patel D. R. et al. Toxicodendron pubescens retains its anti-arthritic efficacy at 1M, 10M and CM homeopathic dilutions. Homeopathy 2012;101:165-170.
- Colloca L. et al. Neuropathic pain. Nature Reviews Disease Primers 2017;3:17002.
- Attal N. Pharmacologic treatment of neuropathic pain. Acta Neurologica Belgica 2001;101: 53-64.
- Shahid M et al. A bacosides containing Bacopa monnieri extract alleviates allodynia and hyperalgesia in the chronic constriction injury model of neuropathic pain in rats. BMC complementary and alternative medicine 2017;17:293.
- Chanchal, S. K. et al. In vivo and in vitro protective effects of omeprazole against neuropathic pain. Scientific reports 2016;6:30007.