Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino sono considerate un problema nelle società industrializzate e sono attribuibili in gran parte a uno stile di vita moderno e ad altri fattori ambientali associati. La loro incidenza e prevalenza è in costante aumento anche nei Paesi in via di sviluppo ed è stata attribuita alla rapida modernizzazione e occidentalizzazione della popolazione stessa.
Tra le patologie infiammatorie intestinali croniche più comuni ricordiamo:
- colon irritabile;
- allergie, intolleranze e sensibilità ad alcuni alimenti (ricordo in particolare la celiachia);
- rettocolite ulcerosa (che colpisce essenzialmente il colon);
- morbo di Crohn (che può colpire tutto l’intero apparato digerente).
Una patologia che si sta estendendo anche tra i giovani
Preoccupante è anche il fatto che queste patologie stiano colpendo una popolazione sempre più giovane. Anzi, dati danesi recenti suggeriscono che i bambini e gli adolescenti mostrano la più alta incidenza di queste patologie, specie quelle più gravi, con circa il 25-30% dei pazienti con morbo di Crohn e il 20% dei pazienti con colite ulcerosa che hanno un’età inferiore a 20 anni.
Si ritiene che negli ultimi 10 anni la diagnosi di nuovi casi e il numero di ammalati siano cresciuti di circa 20 volte in Francia e i primi sintomi iniziano a manifestarsi tra i 20 e i 40 anni di età, ma sono in chiaro aumento pure i casi pediatrici.
Anche in Italia le patologie infiammatorie intestinali croniche (che pare incidano per il 9-12% di tutte le patologie) sono in aumento; è un aumento silenzioso, ma graduale e incessante.
Quali sono le cause delle malattie infiammatorie intestinali?
La causa delle patologie infiammatorie croniche intestinali è ancora sconosciuta, ma l’ipotesi prevalente è quella di una reazione immunologica abnorme e inappropriata da parte del sistema immunitario a livello della mucosa dell’intestino nei confronti di particolari antigeni (di batteri normalmente presenti nell’intestino e/o di sostanze tossiche assunte con il cibo).
Questo squilibrio immunitario può instaurarsi per un’alterata interazione tra fattori genetici propri dell’individuo (che quindi era geneticamente predisposto) e fattori ambientali e personali. Nonostante non siano patologie ereditarie, le patologie infiammatorie croniche dell’intestino presentano una certa familiarità: i parenti di persone affette hanno cioè un maggior rischio di ammalarsi.
Quindi, se dovessimo proporre un elenco delle cause, si potrebbero citare prevalentemente le seguenti:
- predisposizione familiare;
- inquinamento ambientale;
- fumo di sigaretta;
- errori alimentari;
- alterazione della flora batterica intestinale con conseguente alterazione della barriera mucosale;
- trattamenti farmacologici, specie con antibiotici e altri farmaci immunointerferenti;
- alterazioni immunitarie;
- intensi stress psico-fisici.
Ovviamente questi sintomi, specie quando cronicizzano, hanno ripercussioni sociali, psicologiche e finanziarie significative, oltre a interferire pesantemente con la qualità della vita.
I sintomi e il decorso
In genere, queste patologie hanno disturbi ricorrenti dipendenti dalla causa che di solito li scatena e che può diversificare in base alle caratteristiche della persona interessata.
I sintomi più comuni sono:
- gonfiore addominale;
- malessere e dolore addominale;
- diarrea, talvolta anche sanguinolenta.
Evoluzione delle malattie intestinali
Proprio perché queste patologie tendono a recidivare e poi a cronicizzare, la loro pericolosità è insita nel fatto di presentare uno stato di infiammazione intestinale cronica (che come sappiamo può aprire la porta a qualsiasi patologia a cui la persona è predisposta).
Esse si possono associare a patologie autoimmunitarie (questo vale specialmente per la celiachia) e anche ad un aumento della prevalenza delle patologie oncologiche intestinali (specie per la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn).
Le meta-analisi condotte in pazienti che si ammalano di tali patologie in giovane età (specie rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn) rivelano una loro maggiore tendenza (rispetto le altre età) a sviluppare il cancro del colon-retto, poiché i tassi di incidenza cumulativi di cancro in soggetti che si sono ammalati durante l’infanzia sono più alti di quelli osservati negli adulti e secondo alcuni Autori la futura evoluzione neoplastica sembra addirittura inevitabile in questi giovani malati.
Conclusioni
In conclusione, un continuo aumento dell’incidenza della patologia infiammatoria intestinale cronica in tutto il mondo, associato alla sua insorgenza durante l’infanzia, unita alla cronicizzazione di queste patologie e all’aumentato rischio di trasformazione oncologica, lasciano pensare che quanto è stato fatto finora non è assolutamente sufficiente per sperare in un miglioramento di questo problema.
Ognuno deve fare qualcosa di più, se non vuole cadere in questa situazione e questo essenzialmente per 3 motivi:
- le cause di queste patologie sono note e sono evitabili senza grandi sacrifici;
- c’è una grande relazione tra mente e patologie intestinali, ma anche tra patologie intestinali e mente: ognuna delle due apre la porta affinché lo squilibrio passi anche all’altra;
- l’infiammazione intestinale cronica altera l’assorbimento intestinale nutrizionale e quindi indebolisce la persona e prepara il terreno per tutte le patologie croniche.
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