Oggi ho avuto occasione di osservare un bambino…
Aveva circa 4-5 anni. Era biondo, con gli occhi chiari e la pelle rosea, sicuramente morbida e calda al tatto. I capelli, fini allo sguardo, molto folti e un po’ spettinati, abbellivano il suo dolce visetto. Aveva un volto ben proporzionato e il suo sguardo, vispo e intelligente, mi trasmetteva serenità, bontà e fiducia.
Giocava con una macchinetta e muoveva abilmente le sue manine, lanciandomi ogni tanto uno sguardo perché si era accorto che lo stavo osservando. All’inizio mi ha fissato a lungo negli occhi, per capire che intenzioni avevo e poi ha ripreso a giocare con la sua macchinetta alzando solo ogni tanto il suo sguardo verso di me e accennando sempre più spesso ad un sorriso, fissandomi a lungo negli occhi.
Poco dopo mi si è avvicinato e mi ha fatto vedere la sua macchinetta per accertarsi meglio delle mie intenzioni e cosa pensavo.
Nessuno di noi parlò. Non serviva aggiungere parole all’eloquenza ben più profonda degli sguardi, ma diventammo sicuramente amici; un’amicizia piccola e profonda nello stesso tempo, perché fondata sulla fiducia reciproca: lui aveva capito che lo osservavo con un amorevole stupore e che poteva quindi fidarsi di me.
Gli volevo bene come vogliamo bene ad ogni persona che vive nella purezza, nella semplicità, nel rispetto dell’altro, nell’apertura alla meraviglia della vita e nello stesso tempo nella piena libera espressione di se stessa.
Gli volevo bene come vogliamo bene ad ogni piccolo uomo, sapendo che la sua venuta arricchisce il mondo … e quindi anche noi stessi e il nostro limitato e personale mondo.
Chi diventerà quel bambino da grande? Quale sarà la missione per cui Dio lo ha creato? Riuscirà a capirla e a realizzarla? Riuscirà a mantenersi una persona che vive nella purezza, nella semplicità, nel rispetto dell’altro, nell’apertura alla meraviglia della vita e nello stesso tempo nella piena espressione di se stessa? Riuscirà a restare sano, sia nel corpo che nella mente?
La condizione di salute è sicuramente molto importante affinché questo bambino, come ogni persona, possa esprimere al massimo grado le sue qualità e peculiarità, la sua originalità e quindi tutte le sue potenzialità.
Scriveva Hahnemann: “Nello stato di salute, la Forza Vitale, che anima in modo dinamico il nostro corpo materiale, governa con potere illimitato e conserva tutte le parti dell’organismo in una ammirevole e armoniosa coordinazione vitale, sia rispetto alle sensazioni che alle funzioni, in modo che quello spirito dotato di ragione che risiede in noi possa usare liberamente questo strumento vivo e sano per i più alti fini della nostra esistenza” (Organon, par. 9) (1).
“… per i più alti fini della nostra esistenza” … che uomo meraviglioso fu Samuel Hahnemann! Visse 200 anni fa, ma la sua opera principale, Organon dell’Arte di Guarire, è oggetto di studio e di riflessione continua da parte di molti medici contemporanei e credo che anche il più sapiente medico moderno avrebbe qualche difficoltà a scriverlo oggigiorno, nonostante le nostre attuali conoscenze enormemente superiori a quelle del tempo di Hahnemann.
Forse è grazie a Samuel Hahnemann e allo studio della sua Omeopatia che oggi ho potuto osservare con occhi e cuore diversi quel bambino che mi stava davanti.
Quale meraviglia la vita umana!
Il nostro organismo è biologicamente capace di: auto-individualizzarsi, auto-determinarsi, auto-organizzarsi, auto-ripararsi, auto-rigenerarsi, ma anche di auto-distruggersi …
E noi cosa facciamo del nostro organismo?
E noi medici, cosa facciamo dell’organismo dei nostri piccoli e grandi pazienti?
Se un bambino nasce sano, perché poi si ammala e spesso da giovane devia, da adulto sbaglia e talvolta muore prematuramente di una patologia cronico-degenerativa?
Ma è vero che i bambini nascono sani?
In realtà, dipende essenzialmente dai loro genitori … ma anche dai loro medici!
Questa mattina, mentre guardavo il mio piccolo giovane amico, sentivo una grande responsabilità.
Cosa sto facendo io per i miei piccoli pazienti malati che incontro tutti i giorni in ambulatorio?
Non penso solo ai bambini allergici o con intolleranze alimentari, o a quelli che si ammalano continuamente di raffreddore, otite, tonsillite, tosse, catarro e altre patologie delle prime vie respiratorie o di altre patologie infettive, … ma penso anche ai miei piccoli pazienti autistici, o con la sindrome di ADHD, o crisi epilettiche, o encefalopatie da vaccini … penso ai miei piccoli pazienti che non riescono a camminare, che non riescono a parlare o con il diabete insulino-dipendente di 1° tipo e per questo condannati ad inocularsi l’insulina per tutta la vita … penso ad Alice di 6 anni con sclerosi multipla e a Giovanna di 8 anni con leucemia acuta, ma anche a Marco di 5 anni con un cancro inoperabile …
Eppure … erano nati sani!
Se un bambino nasce sano, perché poi si ammala e talvolta da giovane devia, da adulto sbaglia e talvolta muore prematuramente di una patologia cronico-degenerativa?
Ma i bambini nascono e poi crescono veramente sani nei loro primi anni di vita?
Dipende …
La salute di un bambino dipende veramente da tanti fattori
Per esempio, quali condizioni possono far sospettare una particolare debolezza, anche pre-clinica, di un bambino mettendolo a rischio di ammalarsi?
I pericoli in gravidanza
Se vogliamo provare a fare una sintesi veloce, possiamo elencare le seguenti cause o concause o fattori predisponenti gravidici di un possibile danno infantile:
- alterazioni genetiche (in realtà incidono molto poco);
- intenso stress psichico nella madre;
- insufficiente o squilibrato apporto nutrizionale alla madre;
- importanti e prolungate scorrettezze materne nelle norme di igiene;
- importanti traumi materni;
- assunzione di sostanze chiaramente tossiche (droghe, fumo, alcolici, caffè in discrete dosi);
- assunzione ripetuta di farmaci ad azione tossica non solo sul feto, ma anche semplicemente sugli organi materni (ormoni, antibiotici, psicofarmaci, ecc.);
- interventi chirurgici importanti in anestesia generale sulla madre o anche sul feto;
- stati ipotiroidei, ipoglicemici o comunque dismetabolici che possono indurre sofferenza cerebrale nel feto;
- influssi intensi e ripetuti di radiazioni o campi elettromagnetici;
- infezioni importanti, specie se prolungate e di tipo virale, nella madre;
- danni placentari (distacchi placentari prematuri, insufficienze placentari, invecchiamento placentare precoce o altre patologie placentari);
- scarsa capacità antiossidante del feto (in genere geneticamente determinata o causata da uno o più fattori di questo stesso elenco).
I pericoli neonatali
Se invece vogliamo provare a fare una sintesi veloce delle cause o concause o dei fattori predisponenti neonatali di possibile danno infantile, possiamo elencare:
- parto distocico, specie se con taglio cesareo;
- asfissie durante il travaglio o nell’immediato post-partum;
- nascita prematura;
- stati ipoglicemici, ipocalcemici, ipotiroidei o comunque dismetabolici del neonato;
- importanti infezioni neonatali, specie se prolungate e di tipo virale, o altre condizioni patologiche che richiedano un trattamento farmacologico immunosoppressivo (antibiotico e/o corticosteroideo);
- interventi chirurgici importanti in anestesia generale;
- vaccinazioni o altri farmaci assunti alla nascita o nei primi mesi di vita;
- malassorbimento intestinale;
- assenza o scarsità di allattamento materno;
- malnutrizione oppure insufficiente o squilibrato apporto nutrizionale;
- precoce e prolungata separazione del neonato da sua madre;
- condizioni igieniche di vita marcatamente alterate.
I pericoli post-natali
Infine, se invece vogliamo provare a fare una sintesi veloce delle cause o concause o dei fattori predisponenti post-natali di possibile danno pediatrico, possiamo ricordare essenzialmente:
- stress di vita familiare all’inizio e poi anche di vita sociale nell’età più avanzata;
- importanti e prolungate scorrettezze nelle più essenziali norme di igiene di vita;
- errori alimentari reiterati negli anni che inducano uno squilibrio o qualche carenza degli elementi nutritivi essenziali (in primis: minerali, vitamine, aminoacidi e acidi grassi essenziali);
- intolleranze alimentari gravi non trattate con adeguate diete alimentari;
- ingestione reiterata di sostanze farmacologiche (specie di tipo immunosoppressivo) e/o tossicologiche (dai tossici voluttuari a quelli ambientali presenti in aria, acqua e alimenti);
- assunzione parenterale reiterata o sproporzionata di sostanze ad azione terapeutica (farmaci) o preventiva (vaccinazioni) o sostitutiva (ormoni) o tossica;
- interventi chirurgici importanti in anestesia generale;
- esposizione importante e reiterata a radiazioni e/o campi elettromagnetici;
- gravi e prolungati stati di debilitazione psico-fisica per motivi alimentari, tossicologici, patologici o mentali.
Come si vede, sono tantissimi i fattori che potrebbero aver minacciato o minacciano e/o minacceranno la salute psico-fisica e quindi anche la realizzazione e la felicità presente e futura di un bambino appena concepito o nato da poco.
Questo bambino riuscirà a superare tutti questi ostacoli?
E i suoi genitori, per quanto bene sicuramente gli vogliano, sapranno proteggerlo e aiutarlo?
E il suo medico, in caso di bisogno, saprà curarlo adeguatamente?
Il nostro approccio farmacologico è eccessivamente limitativo
Purtroppo, la nostra Medicina odierna è troppo spesso solo sintomatica e soppressiva della sintomatologia espressa da un corpo malato e quindi non solo non sa colpire la causa prima della malattia umana, ma non sa neppure rispettare il primo imperativo medico di Ippocrate: “Primum non nocere“.
Infatti, tra le principali cause di morte odierne, al terzo posto troviamo addirittura l’Assistenza Sanitaria! Quasi 250.000 morti all’anno solo negli Stati Uniti nel 2000; ovviamente considerando solamente i casi di mortalità denunciati (2, 3).
Sappiamo che il trattamento farmacologico è sempre gravato da effetti collaterali e indesiderati, mentre la malattia che il farmaco sopprime è già espressione delle capacità curativa del nostro organismo. Pertanto, se vogliamo veramente aiutare l’organismo a guarire (intervento sicuramente obbligatorio nelle patologie acute gravi e in tutte le patologie croniche) dobbiamo agire in sintonia con lui e non bloccando le sue reazioni biologiche, a parte condizioni di emergenza.
L’obiettivo di un vero terapeuta non deve essere solo l’abolizione dei sintomi, ma la guarigione profonda dello squilibrio presente nel malato. L’intervento farmacologico sintomatico-palliativo è giustificato solo negli stati terminali irrecuperabili o in emergenze mediche o in particolari condizioni irreversibili.
Non possiamo continuare a considerare il nostro corpo come ignorante e bisognoso dell’aiuto illuminante del medico moderno, perché il più delle volte il medico di base come lo specialista, il medico dell’ospedale di periferia come il famoso professore universitario non fanno altro che sopprimere il linguaggio della nostra persona, senza considerare che l’uomo, ogni uomo, non è solo un insieme di cellule organizzate, ma è un meraviglioso, unico e irripetibile insieme di corpo, psiche e spirito.
Lo ‘stato di salute’, come scriveva Hahnemann due secoli fa, è quella situazione straordinariamente armoniosa in cui tutte e tre le componenti dell’uomo (corpo, psiche e spirito) si trovano in stretta armonia di azione e di espressione nel rispetto vicendevole, in cui ognuna collabora attivamente al benessere delle altre.
Da ciò consegue che lo ‘stato di malattia’ è invece quello stato in cui si rompe questa armonia a causa di uno squilibrio che ha interessato principalmente una o più parti della persona.
Da queste definizioni si può dedurre che il medico non potrà mai dire di lavorare per la salute dell’uomo se non si prefigge il compito di riportare all’equilibrio tutte e tre le componenti della persona, servendosi anche dell’eventuale collaborazione di altri Terapeuti specializzati in qualche settore specifico.
Ne consegue che … non si può parlare di salute se solo una parte della persona, per esempio il corpo, è in apparente benessere. Infatti, data la non divisibilità dell’individuo, non ci può essere salute se una parte soffre o non è in equilibrio con l’insieme.
Inoltre, non è in salute colui che pensa di star bene perché si sente genericamente bene, ma solo chi si comporta bene: “l’albero si riconosce dai frutti” …
E ancora: non è in salute colui che pensa di avere il corpo sano, ma è arrabbiato, ansioso, non sereno o in contrasto con altri.
Non è in salute colui che lede sé o gli altri o colui che sopra- o sotto-valuta sé o gli altri.
Non è in salute neppure colui che non rispetta i doveri del proprio stato: di figlio, coniuge, genitore, studente, lavoratore, ecc.
È palese che, se questi sono i concetti di salute e malattia, i nostri farmaci chimici, capaci solo di togliere i sintomi ma non di rimuovere le cause della malattia umana, non sono sempre adatti a riportarci in salute e meno ancora ad aiutarci a prevenire le malattie.
Bloccare i sintomi, impedendo la loro espressione, significa non riconoscere uno squilibrio dell’organismo che nel tempo porterà a danni sempre più gravi.
Un sintomo non va mai cancellato, ma va compreso e trattato in conseguenza del suo senso d’essere.
Abbiamo bisogno di una Nuova Medicina
Abbiamo bisogno di capire come dobbiamo curare veramente le radici delle patologie umane.
Se una malattia nasce nel corpo, dovremo curarla con un medicamento che agisce sul corpo; ma se la malattia nasce dalla psiche o dallo spirito, dobbiamo curarla con qualcosa che agisce sulla psiche o sullo spirito. Pertanto, abbiamo bisogno di una diagnosi a 360 gradi che non può essere formulata da uno studio superspecialistico o semplicistico limitato solo al corpo e non può nemmeno essere formulata da una mente presuntuosa, chiusa in se stessa e priva di amore per il paziente.
Dobbiamo smetterla con la visione puramente meccanicistica o addirittura superspecialistica, perché non esiste una parte dell’uomo che non sia collegata a tutte le altre e non esiste una parte della nostra persona che non sia influenzata dal nostro modo di pensare.
I farmaci chimici possono essere utili, ma non credo che avranno un grande spazio d’azione nella Medicina del Futuro.
Dobbiamo intraprendere vie nuove, senza però dimenticare anche la sapienza dei Maestri del passato.
Dobbiamo avere il coraggio di aprire la nostra mente ad un nuovo modo di pensare, senza pregiudizi, senza restrizioni mentali … L’uomo è più grande di una qualsiasi parte che lo compone.
Albert Szent Gyorgyi, premio Nobel per la Medicina nel 1937, scrisse:
“La scoperta consiste nel vedere ciò che tutti hanno visto e nel pensare quello che nessuno ha pensato”.
E qualcun altro ha scritto: “Se vuoi raggiungere obiettivi che non hai mai raggiunto, devi avere il coraggio di fare cose che non hai mai fatto”.
Cosa dobbiamo fare?
Noi medici dobbiamo imparare non a ‘curare’, ma a ‘guarire’ veramente i bambini d’oggi, perché saranno gli uomini di domani. Ha scritto a tale proposito la Dr.ssa Raffaella Pomposelli, omeopata milanese: “Guarire nel modo vero e profondo un bambino vuol dire contribuire a far evolvere l’essere umano verso la salute, la creatività, la libertà e la pace”.
Ci sono mille occasioni per fare questo, ma quella che ho sperimentato essere la più efficace è quella di acquisire le conoscenze, in primis metodologiche ma poi anche tecniche e pratiche, a cui sono giunti i grandi Medici del passato leggendo le loro opere. Oppure, come capita ogni tanto, andare a qualche conferenza di qualcuno dei grandi Medici contemporanei. Non ce ne sono molti, ma alcuni esistono e si riconoscono perché sanno di non sapere: l’umiltà, madre di tutte le virtù, permette loro di essere sempre vuoti di loro stessi e quindi sempre disponibili ad acquisire nuove conoscenze.
Uno di questi è il Dr. Herbert Pfeiffer, pediatra tedesco di Monaco: classe 1936, ma sguardo giovanile e luminoso. Da trent’anni si occupa di diagnosi e terapia neurofisiologica, con particolare approfondimento nel campo della Medicina Omeopatica.
Il Dr. Pfeiffer terrà una conferenza a Verona nei giorni 17 e 18 novembre prossimi e parlerà di “Malattie Croniche e Neoplastiche nella cura del Bambino” (5).
Anche questa potrebbe essere un’occasione per aprire la nostra mente e renderla disponibile ad accogliere nuove conoscenze.
In realtà, è una sfida rivolta a tutti, medici e non medici, terapeuti e genitori … Abbiamo tutti bisogno di imparare cosa fare e cosa non fare per i nostri attuali e futuri bambini.
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le Nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la propria crisi supera se stesso senza essere mai ‘superato’ “ (Albert Einstein, 1931).
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Bibliografia
- Hahnemann S. C. F. Organon dell’arte di guarire. Adattamenti di G. Fagone. Salus Infirmorum, Padova, 2017
- Anderson R. N. Deaths: leading causes for 2000. National Vital Statistics Rep. 50 (16); 2002
- Starfield B. Is U. S. health really the best in the world? J. Am. Med. Ass. 2000; 284: 483
- Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Salus Infirmorum, Padova, 2018
- Per informazioni e programmi visita il sito www.omeopatia.org