Per “dermatite” (o eczema) intendiamo un’infiammazione cutanea superficiale cronica, pruriginosa e caratterizzata da arrossamento, edema, desquamazione e secchezza cutanea.
Per “atopico” intendiamo invece un’ipersensibilità prevalentemente genetica verso alcuni allergeni presenti nell’ambiente. Cioè, per molteplici e complesse ragioni, una persona reagisce eccessivamente e con manifestazioni cutanee ad alcune sostanze normalmente debolmente allergeniche e irritanti (come la polvere, il polline, ecc.).
La “dermatite atopica” quindi è un’infiammazione cutanea immuno-mediata dotata anche di una forte componente genetica e il cui sintomo principale è il prurito.
Epidemiologia
La dermatite atopica colpisce soprattutto i bambini dei Paesi industrializzati e negli ultimi 30 anni è sicuramente aumentata di frequenza interessando circa il 20% dei bambini e il 10% degli adulti (negli anni ‘50 la sua prevalenza non superava in Europa il 4%).
L’80% di questi ha i primi segni di malattia prima dei 5 anni e la maggioranza di loro (75%) anche prima del primo anno di età (di solito si manifesta per la prima volta tra i 3 e i 6 mesi di vita). Oltre tutto, la dermatite atopica può cominciare pure nell’anziano.
Fattori causali o favorenti
Le cause della dermatite atopica non sono completamente note, ma alcuni fattori sono stati accertati:
- Fattore genetico: la dermatite atopica è più facile in bambini con genitori o altri familiari stretti affetti da questa patologia.
- Debolezza immunitaria: un sistema immunitario non completamente sviluppato può attivare la dermatite atopica e questa è più facile specie se il soggetto è affetto da reazioni allergiche tipo asma allergico, rinocongiuntivite allergica, allergie alimentari, ecc.
- Alterazione del microbiota intestinale: la disbiosi è sicuramente un grande fattore favorente l’atopia e i bambini a maggior rischio sono quelli nati da parto cesareo o che non sono stati allattati al seno o che hanno preso antibiotici e/o cortisonici nel primo anno di vita (specie nei primi mesi).
- Fattori esterni: alcuni fattori scatenanti sono il clima invernale, il caldo-secco, la sudorazione, fare il bagno con l’acqua calda o lavarsi eccessivamente specie con saponi aggressivi, indossare tessuti ruvidi o di lana, il batterio Staphylococcus aureus, ecc.
Infatti, non sono rare le infezioni batteriche secondarie causate da Stafilococco e/o Streptococco, come l’impetigine e la cellulite infettiva.
Recentemente è stato scoperto che i soggetti atopici hanno una mutazione con perdita di funzione del gene che codifica per la proteina filaggrina, che è un componente dell’involucro cellulare corneo che funge da barriera cutanea. Sappiamo che il 10% della popolazione europea ha questa mutazione in eterozigosi con il conseguente rischio di dermatite atopica più grave e di livelli più elevati di IgE. Le mutazioni della filaggrina sono associate pure all’allergia alle arachidi e all’asma, anche in assenza di dermatite atopica.
L’infiammazione cutanea della dermatite atopica è un’ipersensibilità di tipo ritardato mediata dai linfociti T-helper di tipo 2 (Th2) cutanei che prevalgono sui Th1. Questo squilibrio immunitario Th1/Th2 (con eccesso Th2) contribuisce ad alterare il “microbioma” cutaneo favorendo le infezioni e quindi spiegando la predisposizione di questi bambini alle infezioni cutanee allergiche, ma anche a quelle virali e in parte a quelle batteriche.
Recentissimi studi di epigenetica hanno dimostrato come, nei primi 1.000 giorni di vita, la barriera cutanea sia influenzata dall’immunità innata e come entrambe siano molto suscettibili a stimoli di tipo ambientale: questo dimostra che per un bambino è essenziale la salubrità di aria, acqua e cibo.
Sintomatologia
I sintomi della dermatite atopica sono molto variabili, instabili, possono durare poco o a lungo, per mesi o per anni, e può essere colpita qualsiasi parte del corpo. In genere, nei neonati sono colpiti viso, collo, cuoio capelluto, attorno alla bocca, palpebre e superfici estensorie delle estremità. Nei bambini più grandi e negli adulti le lesioni si presentano sulle superfici flessorie come collo, pieghe del gomito e delle ginocchia.
Il prurito spesso precede le lesioni e peggiora con aria secca, sudorazione, irritanti locali, grattamento, indumenti di lana e stress emozionali.
L’aspetto visivo della dermatite atopica è un po’ soggettivo e può includere:
- Cute secca, con rossore, gonfiore, reazioni orticarioidi e intenso prurito.
- Cute ispessita, ruvida e squamosa.
- Pallore del volto, ma con cute scura alle palpebre o intorno agli occhi.
- Piccole eruzioni eczematose che possono perdere liquido se graffiate e possono infettarsi.
I bambini con dermatite atopica hanno un rischio doppio di avere reazioni allergiche da contatto, per esempio al nichel (il più comune allergene da contatto), e l’uso frequente di pomate espone questi soggetti a numerosi potenziali allergeni complicando la gestione dell’atopia.
Diagnosi
In genere la diagnosi viene fatta semplicemente osservando le caratteristiche della dermatite e raccogliendo la storia del bambino e dei suoi genitori, anche perché non esiste un test specifico per la dermatite atopica. Comunque, tra i test che si possono eseguire consiglio:
- Esame ematochimico generale, con aggiunta delle immunoglobuline E totali (IgE, che di solito si trovano aumentate).
- Test cutanei (prick test o cutireazione ed eventualmente anche il RAST, che misura le IgE specifiche); si eseguono per verificare la presenza di qualche allergia specifica (alimentare o inalatoria).
Prognosi
Di solito la dermatite atopica regredisce entro i 5-7 anni d’età, nonostante le riacutizzazioni siano frequenti durante tutta l’adolescenza e l’età adulta. Le femmine, i bambini che hanno avuto una dermatite atopica grave o quelli che l’hanno avuta molto precoce o che sono portatori di asma o altre forme allergiche, sono coloro con una maggiore probabilità di sviluppare una dermatite di lunga durata.
Consigli di igiene generale
L’approccio alla dermatite atopica non può essere parcellare, perché nasconde uno squilibrio immunitario che se non viene corretto comporterà sempre altre patologie sempre nuove. È per questo che sto lavorando da vari anni ad alcuni videocorsi capaci di fornire tutte le conoscenze che permettano di affrontare questa e altre patologie nella loro globalità.
Limitandomi comunque alle principali precauzioni sintomatiche, consiglio di:
- Fare la doccia con acqua tiepida e asciugare delicatamente la pelle: non strofinare e dopo il bagno usare creme o unguenti idratanti (ottimo l’olio di Calendula).
- Usare detergenti delicati.
- Tenere le unghie corte per prevenire i graffi che possono causare irritazioni e infezioni.
- Evitare il contatto cutaneo con lana, sapone normale, prodotti chimici, polvere e peli di animali domestici.
- Evitare di dare dolci e cibi potenzialmente allergizzanti (latte animale, formaggi, cereali con glutine, uova, pesce, crostacei, soia, pomodori, frutta secca specie arachidi, semi di sesamo, ecc.).
- Evitare che il bambino sudi o che sia troppo accaldato (non vestirlo troppo).
- Evitare lo stress evitabile, specie se prolungato, perché è un grosso fattore scatenante la dermatite dato che altera il sistema immunitario.
- Facilitare un lungo sonno ristoratore: per un bambino è terapia!
Trattamenti convenzionali e naturali
Il trattamento deve essere sempre personalizzato in base alla storia del bambino, alla gravità sintomatologica e a ciò che può essere il fattore eziologico o scatenante della dermatite.
Dal punto di vista farmacologico non esiste una cura per la dermatite atopica e gli obiettivi sono solo quelli di alleviare il prurito e l’infiammazione, idratare la cute e prevenire l’infezione.
La Medicina Convenzionale usa creme o unguenti a base di corticosteroidi (il loro uso eccessivo può causare assottigliamento di cute e sottocute) ed eventualmente antibiotici locali o per via orale in caso di rischi infettivi. Prima di dormire vengono consigliati antistaminici per ridurre il prurito notturno e facilitare il sonno e in casi estremi si usano immunomodulanti o farmaci biologici che però cercherei di non usare per i loro pesanti effetti tossici.
La Medicina Naturale invece consiglia:
- Alimentazione: assumere non solo cibi ipoallergenici, ma prevalentemente sani, nutrizionalmente completi, possibilmente biologici, ricchi di prodotti di stagione e quindi freschi; cibi poveri di carne e ricchi invece di cereali integrali (scarsi di glutine), falsi cereali, verdure, centrifugati di frutta e verdura; cibi privi di dolci, fritti, bibite edulcorate e di alimenti confezionati dall’Industria alimentare.
- Probiotici: specialmente quelli a base di Bifidobacterium e Lactobacillus.
- Tisane depurative e antiallergiche: ortica, bardana, tarassaco, ribes, piantaggine, cardo mariano, gramigna (in parti uguali, un cucchiaino in un bicchiere d’acqua, 2 volte al giorno, dolcificando con stevia).
- Fitoterapici: Ribes nigrum 1dh macerato (30-40 gocce 2 volte al giorno, no di sera).
- Oligoelementi: manganese (Mn) e zolfo (S) 1 fiala per tipo al giorno.
- Nutraceutici: acidi grassi polinsaturi omega-3 e antiossidanti (specie la vitamina C 500-1.000 mg/die).
- Omeopatia: in fase acuta si può pensare a Histaminum 9ch, Apis 7ch, Belladonna 7ch e Urtica urens 5ch, mentre come rimedi costituzionali ad azione profonda si può pensare a Calcarea carbonica 30ch, Lycopodium 30ch, Psorinum 30ch, Sulphur 30ch e Sulphur iodatum 15ch (scegliere e somministrare un solo rimedio alla volta: il rimedio acuto 3 grani 3 volte/die, quello costituzionale solo un giorno alla settimana e da iniziare quando si è smorzata la fase acuta). Chiaramente ci sono molti altri rimedi omeopatici, ma vanno personalizzati. Va cioè scelto un solo rimedio adatto alla singola persona in base alle sue caratteristiche fisiche, psichiche, fisiologiche, patologiche, familiari, ambientali, lavorative, ecc. Ovviamente è necessaria una visita medica presso un Medico Omeopata per ricevere un trattamento individualizzato.
Tutti questi trattamenti servono veramente?
A parte il trattamento omeopatico personalizzato che è mirato sulla singola persona e che, se utilizza un singolo rimedio ad alta potenza, agisce su TUTTO l’organismo, gli altri trattamenti farmacologici o non farmacologici hanno essenzialmente un’azione sintomatica!
A tale riguardo va detto che quando il corpo ci manda disturbi cutanei o allergici, significa che l’intero sistema immunitario è squilibrato ed è quindi un nostro evidente punto debole.
Però sappiamo che il nostro organismo è estremamente complesso e che i nostri organi sono ovviamente tutti connessi. Pertanto, un errore su un punto si ripercuote sempre sul TUTTO della persona e quindi molte volte accade che, se la cute ha un problema, non si ottiene un risultato duraturo agendo solo su di essa, ma bisogna agire sul TUTTO della persona, perché, a parte il discorso alimentare, molti altri fattori influenzano la pelle e il sistema immunitario che la controlla.
Inoltre, se noi interveniamo sul nostro TUTTO migliorando l’intero stile di vita, non avremo solo il grande vantaggio di arrivare, lentamente, a guarire la dermatite atopica senza ricorrere ai farmaci, ma avremo l’enorme guadagno di avere riequilibrato l’intero sistema immunitario prevenendo in questo modo tutte le patologie cronico-degenerative che oggi fanno ammalare e uccidono la maggior parte della popolazione dei Paesi industrializzati e che hanno sempre come origine uno squilibrio immunitario diretto o indiretto.
A tale riguardo vi consiglio la visione di due videocorsi molto approfonditi e ricchi di informazioni per prevenire le patologie che oggi stanno minacciando tutti noi, non solo i bambini e gli anziani, ma anche gli adulti che pensano di stare bene. Per questo ho realizzato i videocorsi “Come rafforzare le difese immunitarie dei bambini” e “Come rafforzare le difese immunitarie degli adulti” che affrontano il problema nella sua globalità e nel farli sono stato spinto dal desiderio di avvisare tutti coloro che mi seguono di quali devono essere oggi le modalità per restare in salute: una salute globale, totale … non solo dermatologica!
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