Oggi la Medicina cerca in tutti i modi di aiutarci con farmaci che bloccano i sintomi manifestati dal nostro organismo senza chiedersi il motivo per cui essi siano comparsi. Nelle patologie acute gravi o in quelle croniche incurabili questo approccio è spesso necessario. È vero però che troppo facilmente ricorriamo a questi aiuti sintomatici anche nelle più comuni e frequenti patologie acute lievi, che spesso non hanno bisogno di un approccio farmacologico o comunque i farmaci potrebbero essere sostituiti da trattamenti fitoterapici, omeopatici, naturopatici, osteopatici, psicoterapici, comportamentali, ecc.
La motivazione è che noi adulti abbiamo fretta di guarire: dobbiamo tornare rapidamente al lavoro, abbiamo mille cose importanti da fare e la malattia è vista come una interferenza che ci disturba molto perché ci limita troppo.
La malattia non è accettabile neppure nei nostri figli: anche qui noi genitori abbiamo fretta che essi guariscano, sia per sedare la nostra ansia, sia perché possano tornare rapidamente a scuola e noi al nostro lavoro o comunque alle nostre occupazioni quotidiane.
Il nostro Ego/Io ha un forte controllo delle nostre azioni e giustifica molti nostri ragionamenti.
Usiamo troppi farmaci
Sulla spinta emotiva di questi ragionamenti e delle intense campagne pubblicitarie dell’industria farmaceutica, ecco allora che usiamo:
- gli anti-piretici per un minimo rialzo febbrile e in alcuni casi anche come preventivo della stessa;
- gli anti-dolorifici per ogni minimo dolore,
- gli anti-infiammatori per ogni minima infiammazione,
- gli anti-biotici per ogni minima infezione,
- gli anti-spastici per ogni minimo spasmo addominale o muscolare, ecc.
Purtroppo, il trattamento farmacologico spesso sopprime solo i sintomi esterni della patologia, che nella maggior parte dei casi rappresentano solo la punta del nostro iceberg patologico. Oltre a questo, nessuno fa altro e quindi nessuno pone attenzione alla montagna che c’è sotto l’iceberg. Ecco allora che, poco dopo, emerge insidiosa e fastidiosa un’altra punta dello stesso iceberg e allora noi la aggrediamo con un altro trattamento farmacologico. Questa scompare o regredisce, ma non passa molto tempo che riappare o ne spunta un’altra ancora e così via … con il risultato che i farmaci, nel corso degli anni, si aggiungono uno all’altro e l’organismo, assumendo queste sostanze chimiche estranee, finisce per intossicarsi, squilibrarsi, indebolirsi, perdere sempre più forza nelle sue capacità di compensazione e ammalarsi sempre più gravemente.
Questo è quanto accade ad un adulto, ma non crediamo che sia una evenienza impossibile anche per un bambino.
Pensiamo a quanto facilmente sopprimiamo la febbre pediatrica, a quanto facilmente cadiamo nell’accettazione degli antibiotici per un rialzo termico o una tosse catarrale un po’ più prolungati del solito.
Pensiamo anche con che facilità accettiamo l’uso delle nebulizzazioni di cortisonici in caso di una difficoltà respiratoria lieve o di un raffreddore più intenso.
Pensiamo infine con che facilità accettiamo l’uso della pomata cortisonica per una eruzione cutanea causata verosimilmente da una alimentazione non appropriata …
Gli esempi sono tanti e ognuno potrebbe portare la sua esperienza personale. Il più delle volte si agisce per una spinta emotiva di preoccupazione e ansia, giustificate essenzialmente perché non si conosce bene quello che potrebbe accadere e quindi si preferisce “risolvere” quanto prima il problema … senza pensare invece che in questo modo si risolve ben poco, anzi si complica ulteriormente la preesistente debolezza immunitaria.
Che significato hanno i sintomi delle malattie?
Se c’è un disturbo significa che c’è anche una causa che l’ha provocato!
Pertanto, il comportamento razionale è quello di cercare la “causa prima” e rimuoverla, senza però interferire con i meccanismi di difesa e di compensazione dell’organismo.
Si, perché quella che noi di solito chiamiamo “malattia” è già una reazione biologica sensata che l’organismo ha attivato per ripristinare il suo normale fisiologico equilibrio, quindi non è sensato bloccarla farmacologicamente (escludendo ovviamente le condizioni di emergenza o le patologie acute caratterizzate da dolori intensi o disturbi personalmente o socialmente non accettabili).
L’utilità della febbre
La febbre, ad esempio, è essa stessa una meravigliosa terapia attivata dal nostro organismo, perché uccide i germi (una temperatura di circa 39°C uccide circa il 90% dei virus) … però bisogna dare alla febbre il tempo necessario per svolgere la sua azione.
L’aumento della temperatura, inoltre, attiva i meccanismi immunitari di difesa aspecifica, che sono i nostri più immediati e potenti meccanismi difensivi capaci di agire a 360 gradi, cioè contro qualsiasi evento patogeno (non solo contro batteri, virus e funghi): anche qui però bisogna lasciare al sistema immunitario il tempo necessario per poter svolgere la sua azione difensiva.
Rompere un nostro equilibrio fisiologico è facile e ad effetto immediato: basta un colpo di freddo, una indigestione, un incidente, una grande paura, ecc. Ripristinare nuovamente l’equilibrio, invece, richiede sempre un tempo maggiore.
Gli effetti dell’utilizzo dei farmaci
I nostri interventi farmacologici, infine, come abbiamo già ricordato, non sono senza effetti negativi: il “contro” della loro medaglia è lo squilibrio e un certo grado di intossicazione che queste molecole chimiche, estranee alla nostra costituzione biologica, inducono sempre nell’organismo.
Certo, se il soggetto (non importa l’età) è robusto, in genere non accade nulla di evidente, perché riesce a compensare e riequilibrare da solo sia l’effetto negativo dei farmaci sia quella “montagna” sommersa che si nasconde sotto la punta dell’iceberg dei sintomi esterni della patologia.
Se però il bambino è invece geneticamente o costituzionalmente debole, nutrizionalmente povero, intossicato dall’inquinamento ambientale, da una cattiva alimentazione, da una prolungata esposizione domestica a non trascurabili campi elettromagnetici … allora avrà difficoltà a ristabilirsi e si riammalerà più facilmente.
Se poi ad ogni sua ricaduta noi lo trattiamo sempre in modo farmacologico, verosimilmente si riammalerà sempre più.
Il medico e i genitori dovrebbero allora chiedersi: perché nostro figlio si ammala continuamente e anche per piccoli eventi sfavorevoli? Non è il caso di cambiare approccio?
Qual è il senso della malattia?
Se si manifesta una patologia deve esserci alla base un motivo ben preciso, dato che il nostro organismo agisce con la finalità di preservare se stesso e la sua azione non è mai né irrazionale né stupida, perché usa sempre il percorso più corretto per ripristinare l’equilibrio (1, 2).
Come abbiamo detto, lui si difende prima di tutto in modo aspecifico, attivando delle “linee di difesa” efficaci contro la maggior parte dei nemici(ad es. la pelle e le mucose sono due di queste barriere e sono dotate di ‘soldati’ molto attenti e agguerriti)con il preciso scopo di prevenire le malattie “alla loro nascita”, prima ancora cioè che ci accorgiamo che esse sono latenti.
Allora mi chiedo: invece di cercare in tutti i modi di sostituirci con i nostri farmaci ai meccanismi difensivi del nostro organismo che hanno tutti un senso biologico molto preciso e profondo, perché non facciamo ogni sforzo per cercare di potenziarli?
Purtroppo, come scrivono Skrabanek e McCormick in un loro simpatico volumetto, “la prevenzione prevede per lo più che la gente modifichi il proprio comportamento” (3). E questo, per quello che ho potuto riscontrare in quasi quarant’anni di professione medica, non è assolutamente facile da fare.
No, non è facile per nessuno modificare il proprio modo di pensare e di agire, però dovremmo farlo per i nostri figli!
Essi sono sicuramente il nostro bene più prezioso: come potremmo non difenderli con ogni modalità e strumento efficace?
Non dimentichiamo che la vera protezione è quella che ci protegge da ‘tutto’, cioè qualcosa che potenzia le nostre capacità difensive aspecifiche naturali, le uniche capaci di adattarsi ad ogni condizione e di difenderci reagendo a tutto ciò che è nocivo o estraneo al sè.
Ogni persona, piccola o grande che sia, ha già in se stessa tutto quello che serve per proteggersi, almeno da ciò che il nostro organismo conosce o ha conosciuto.
Ogni medico dovrebbe pertanto avere il compito di tenere ben funzionanti nei suoi pazienti questi meccanismi difensivi, studiandoli e conoscendoli sempre meglio per poterli potenziare o attivare quando serve, senza ovviamente escludere a priori neppure l’uso dei farmaci chimici, utilissimi e di primaria importanza essenzialmente nelle emergenze.
La stessa cosa la dovrebbero fare i genitori, sia per loro stessi, sia per i loro figli.
Infatti, non dobbiamo mai escludere nulla e dovremmo essere sempre in grado di utilizzare tutto ciò che ci può aiutare: non scordiamo che la vera Medicina dovrebbe essere sempre una Medicina Personalizzata e Integrata, cioè costituita, quando serve, anche da tipi diversi di strumenti terapeutici o preventivi.
100 consigli pratici per attivare le difese aspecifiche
Nella letteratura scientifica sono presenti molti utili e pratici consigli e strumenti terapeutici per migliorare le difese immunitarie aspecifiche di una persona: bisogna solo trovare quello o quelli più validi per il soggetto in oggetto, considerando la sua età, le sue predisposizioni patologiche e la sua storia fisio-patologica, il suo modo di vivere e di pensare, l’ambiente e il mondo in cui vive, ecc.
Il grande vantaggio dell’attivazione delle difese immunitarie aspecifiche della persona è che si associa non solo ad una minore probabilità dell’organismo di ammalarsi di una delle principali patologie infettive, ma anche di quelle cronico-degenerative e della mortalità ad esse correlata.
Non dimentichiamo che il sistema immunitario controlla le infiammazioni e che queste sono alla base di qualsiasi patologia organica: si dice che non c’è patologia senza infiammazione.
In questa sede mi limito a ricordare solo le maggiori azioni protettive aspecifiche suddividendole per fasce di età (4).
a) Per la gravidanza e i primi mesi di vita (5):
- Ricordare che la gravidanza e il primo anno di vita sono i momenti più formativi per porre le fondamenta di una nuova vita.
- Proteggere la gravidanza da ogni interferenza evitabile.
- Vivere la gravidanza in serenità prendendo le distanze da ogni occasione di stress.
- Durante la gravidanza e l’allattamento seguire una alimentazione corretta e personalizzata.
- Durante la gravidanza e l’allattamento fare molta attenzione ai campi elettromagnetici (esistono validi accorgimenti e sistemi protettivi).
- Durante la gravidanza e l’allattamento assumere degli integratori adatti al periodo (specialmente le vitamine D e C e gli acidi grassi polinsaturi omega-3).
- Durante la gravidanza e l’allattamento evitare il più possibile tutti i farmaci.
- Il parto è un momento di grande importanza per la madre, ma molto di più per il bambino.
- Tenere il neonato il più vicino possibile a sua madre.
- Allattare al seno per un minimo di 7-8 mesi (permette di ridurre le patologie infettive pediatriche).
- Se è possibile, spostare lo svezzamento dopo l’8° mese di vita, per ridurre l’assunzione di sostanze chimiche inquinanti.
- Mantenere almeno una poppata serale fino oltre il 12° mese.
- Abituarlo a dormire molto e metterlo a letto presto la sera.
- Conoscere lo sviluppo psicomotorio del neonato e imparare a maneggiarlo correttamente.
- Valutare la possibilità di personalizzare il calendario vaccinale (5).
- Ricordare che l’infanzia è l’età in cui si prendono le abitudini, belle e brutte, che poi rimarranno facilmente per tutta la vita o riemergeranno con prepotenza in età adulta.
b) Per l’infanzia (6):
- Ricordare che il sovrappeso è la prima causa di molte patologie future e la predisposizione all’obesità adulta si forma proprio durante l’infanzia.
- Assumere i cibi animali 4-5 volte alla settimana: preferire carni bianche (evitare le carni rosse), uova (assolutamente solo biologiche) e pesce (pescato); evitare tutte le carni processate.
- Ritardare il più possibile il contatto con gli zuccheri: dolci di ogni tipo e in particolare bevande zuccherate.
- Cercare di inserire nella dieta pediatrica i semi vegetali, crudi, integrali, biologici, macinati.
- Evitare i cibi confezionati dall’industria alimentare: oltre ai cereali raffinati, anche i dolci, i grassi saturi, specie quelli dei cibi fritti.
- Valutare l’utilità di aggiungere all’alimentazione degli integratori nutrizionali per compensare eventuali carenze alimentari (specialmente le vitamine D e C e gli acidi grassi polinsaturi omega-3).
- Raccontare al bambino fiabe e racconti (anche inventati) con finale buono e istruttivo.
- Leggere ogni giorno al bambino qualche pagina di libro adatto alla sua età e, appena possibile, abituarlo a leggere una molteplicità di libri.
- Insegnare a lavarsi le mani prima di ogni pasto, strofinando bene le dita sotto l’acqua corrente: è una semplice azione che previene in modo significativo la diffusione delle patologie.
- Insegnare a lavarsi i denti subito dopo ogni pasto.
- Abituarlo fin da piccolo all’attività fisica e alla vita all’aria aperta.
- Abituarlo, appena possibile, a svolgere un’attività fisica non agonistica, cambiandola anche ogni 2-3 anni, se possibile, perché ogni sport è occasione di crescita e di esperienze utilissime per il suo futuro.
- Abituarlo a dormire molto e a coricarsi presto la sera.
- Insegnare a insistere nel fare proprio quello che non è capace a fare: questo è un ottimo modo per crescere in abilità e in fiducia in se stesso.
- Insegnare ad accogliere la vita come una sfida, una scuola, un’occasione di crescita.
- Limitare moltissimo l’uso dei farmaci e imparare a ricorrere ai medicamenti naturali sia nella prevenzione sia nella cura domestica delle patologie acute lievi.
- Avere come punto di riferimento un medico che lo conosca fin da piccolo, che lo controlli nella crescita e abbia una ampia conoscenza dell’uomo, della medicina e delle Medicine Naturali in modo da utilizzare queste ultime come prevenzione e terapia.
- Insegnare a chiedersi il perché di ogni cosa: la conoscenza è crescita interiore.
- Insegnare a distinguere ciò che è permesso da ciò che non lo è.
c) Per l’adolescenza (7):
- Insistere con maggior vigore nel mantenere le buone abitudini imparate negli anni precedenti.
- Insistere con particolare incidenza a mangiare bene.
- Insegnare, appena possibile, a cucinare alcuni suoi cibi, tenendolo però costantemente lontano dai pericoli sempre incombenti della cucina: è dimostrato che i bambini amano imparare a cucinare e poi mangiano molto volentieri ciò che hanno cucinato o che hanno aiutato a cucinare.
- Demonizzare il fumo, il caffè, l’alcol e ogni droga o surrogato della vita.
- Insistere affinché legga molto e che sia aperto ad una molteplicità di argomenti: la conoscenza è salute.
- Insistere a praticare uno sport e, meglio ancora, a cambiare sport ogni 2-3 anni o praticarne 2-3 insieme, diversificandoli in base alla stagione, in modo da acquisire una varietà di capacità.
- Insegnargli a cantare, ridere e parlare molto di se stesso: la comunicazione apre e rasserena il cuore.
- Insistere sulla necessità di dormire molto.
- Insegnare a non ricorrere subito ai trattamenti farmacologici per la cura delle patologie acute.
- Insegnare a utilizzare i medicamenti naturali per la prevenzione e la cura delle patologie.
- Insegnare a rispettare il proprio corpo, se stessi, gli altri, la Natura.
- Insegnare ad usare e mai abusare di ciò che è creato.
- Insegnare a rispettare i propri ritmi biologici, come l’orario dei pasti, dell’addormentamento e dell’espletamento delle funzioni fisiologiche quotidiane.
- Insegnare ad accettare e rispettare i propri limiti, fisici e psichici.
- Insegnare a gestire qualsiasi condizioni di stress, ma anche ad accettare ciò che non si riesce a gestire o capire.
- Apprezzarlo per quello che fa, in modo da sviluppare in lui una giusta fiducia in se stesso.
- Insegnare a distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo, facendo il primo per evitare il secondo.
d) Per l’età adulta (7):
- Vivere nella propria vita tutti i punti precedenti e impegnarsi ad approfondirli e a perfezionarli ulteriormente.
- Avere un livello minimo di conoscenze nutrizionali.
- Nella scelta della dieta, non dimenticare mai il fattore tossicologico, perché oggi tutto ha un certo grado di inquinamento, che può limitare l’azione dei meccanismi difensivi del corpo.
- Combattere in tutti i modi il sovrappeso.
- Aumentare i consumi di cereali integrali e cercare di abolire quelli raffinati (pane bianco e pasta di tipo 0 o 00).
- Evitare i cibi confezionati dall’industria alimentare: oltre ai cereali raffinati, anche i dolci, i grassi saturi, specie quelli dei cibi fritti, e le bevande zuccherate.
- Aumentare il consumo di vegetali, sia freschi che cotti, e di legumi; consumare la frutta fresca con moderazione, ma sempre di stagione.
- Non dimenticare di mangiare pesce, di taglia piccola (è meno inquinato), preferibilmente pescato e assunto 2 volte la settimana.
- Ridurre al massimo i consumi di carni rosse: il consumo di carne rossa fresca e/o lavorata è associato ad un aumento significativo della mortalità e delle patologie oggigiorno più frequenti.
- Preferire invece le carni bianche e le uova, rigidamente biologiche; i prodotti animali vanno assunti al massimo 3 volte alla settimana.
- Aumentare i consumi di frutta secca oleosa: con pochissime noci, mandorle, nocciole quotidiane si ottiene una riduzione della mortalità e delle patologie.
- Dedicare un tempo adeguato al riposo notturno e, se è possibile, anche a un breve riposo pomeridiano.
- Rispettare i ritmi biologici, come l’orario dei pasti, dell’addormentamento e dell’espletamento delle funzioni fisiologiche quotidiane.
- Evitare il fumo di tabacco passivo che aumenta l’incidenza delle patologie respiratorie e infettive.
- Imparare a prevenire e cercare di curare le patologie più semplici senza ricorrere ai farmaci, ma servendosi di trattamenti naturali come quelli omeopatici, fitoterapici, naturopatici, ecc.
- Fare un uso prudente/appropriato degli antibiotici per contrastare le antibioticoresistenze (nella popolazione globale italiana, oggi causano circa 5-7.000 morti/anno).
- Imparare a gestire le condizioni di stress, sia esso fisico o psichico, familiare, lavorativo o sociale nel senso più ampio del genere.
- Imparare a guardare con fiducia al futuro: il male esiste solo finché non impariamo a cambiarlo in bene.
- Imparare a personalizzare ogni consiglio, approccio e trattamento, sia esso preventivo o curativo.
- Imparare che la vita è una continua occasione di crescita.
e) Per l’età senile (7):
- Vivere nella propria vita tutti i punti precedenti e impegnarsi ad approfondirli e perfezionarli ulteriormente.
- Integrare l’alimentazione con integratori nutrizionali e nutraceutici adeguati alla condizione fisiopatologica e di vita.
- Non pensare al passato se non con riconoscenza, rimanere concentrati sul presente e proiettati in un futuro di novità.
- Sorridere sui propri errori passati, perché tutto è occasione di crescita.
- Ricordare che nessuno va in pensione dal dovere di lavorare su se stesso.
- Ricordare che in questa età i punti salienti sono: l’alimentazione varia e sana, l’attività fisica in casa e all’aperto (camminare un’ora al giorno), il riposo pomeridiano e notturno, un animo sereno e riconoscente.
- Ricordare che ogni fase della vita ha la sua bellezza e che la senilità ha la maturità e la sapienza.
- Continuare a crescere interiormente tenendo sempre impegnata la mente: con la lettura, la meditazione, la preghiera.
- Impegnarsi a trasmettere alle generazioni più giovani ciò che è stato imparato dalla vita e che è stato utile per essere sempre felici e riconoscenti.
f) In generale (8):
- Scegliere di vivere in un ambiente il meno inquinato possibile e, se questo non è fattibile, cercare almeno un fine settimana al mese ad andare a respirare aria pulita lungo il mare o in montagna (sopra i mille metri).
- Sapere quando è il caso di aiutarsi con integratori nutrizionali adeguati in base all’età, alla condizione di vita e allo stress del periodo.
- Conoscere i principali fattori causali o scatenanti delle malattie per sapere dove e come intervenire.
- Chiedersi il perché di ogni sintomo che il nostro corpo esprime, perché lui è più saggio di noi e sa sempre quello che fa, perché risponde a leggi biologiche eterne.
- Chiedersi il perché di ogni nostro pensiero involontario, di ogni nostra reazione involontaria o istintiva: questa è la strada per giungere alla vera conoscenza di sé e poi al dominio di sé.
- Rispettare il proprio corpo, i suoi ritmi e le sue leggi.
- Ricordare che il nostro corpo risponde anche a leggi biologiche istintive, valide per tutti gli animali.
- Ricordare però che non siamo solo corpo animale, ma abbiamo una psiche con le sue regole, le sue esigenze e le sue necessità.
- Ricordare infine che siamo anche spirito e che questo è più importante sia della psiche, sia del corpo e che non morirà con questi.
- Capire che la vita è una scuola dove possiamo anche fare esperienze negative e prendere qualche brutto voto, ma alla fine ogni male può essere cambiato in bene e dipende da noi impegnarci per crescere e diventare migliori.
- Combattere per far rispettare i propri diritti legittimi e combattere allo stesso modo per far rispettare anche quelli degli altri.
- Ricordare che abbiamo dei doveri naturali, personali, familiari, sociali ed esistenziali … e se non li rispettiamo danneggiamo prima di tutto noi stessi.
- Ricordare che l’essere vale più dell’avere e che il dare è il solo modo per avere in abbondanza e più di quello che desideravamo.
- Trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi stessi e amare la verità allo stesso modo in cui amiamo la libertà.
- Organizzarsi per tempo in modo da non fare le cose con fretta: la persona equilibrata è padrona del suo tempo; la persona saggia sa controllare il mondo perché sa controllare se stessa.
- L’ansia è la porta di ingresso di tanti disturbi; chi vive nell’ansia, vive nella tensione continua e questa, piano piano, squilibra tutta la persona.
- Non avere mai paura: c’è sempre un senso a tutto e molte volte ciò che appariva male ad una prima valutazione, si scopre che è stato invece un grande guadagno.
- La paura crea stress e lo stress crea sempre patologia, cioè un problema nuovo che si aggiungerà a quello precedente che ha causato la paura.
- Controlla tutto ciò che puoi ragionevolmente controllare e poi affidati: al resto penserà la Provvidenza.
- Non dimentichiamo mai una massima di Giovenale che varrà sempre per tutti: “Mens sana in corpore sano”. Però non dimentichiamo neppure che Giovenale diceva che il dono della salute psico-fisica va chiesto a Dio attraverso la preghiera quotidiana: “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano”.
Ci sono mille altri consigli e precauzioni utili da conoscere e applicare nella propria vita, ma questi sono sicuramente quelli che reputo più importanti e quelli che coinvolgono maggiormente la nostra quotidianità.
È di enorme importanza insegnarli, ma nessun figlio li imparerà se non li vede vivere prima di tutto dai genitori, come nessun allievo li apprezzerà se non li vedrà vivere prima di tutto dal suo insegnante. L’esempio vale più di mille parole.
In ogni caso, crescendo e vivendo in questo modo con la giusta perseveranza temporale, è certo che, con ovvia gradualità, non solo si attiveranno e potenzieranno le difese aspecifiche dell’organismo, ma si ridurrà notevolmente il rischio di ammalarsi di una qualche patologia cronica degenerativa, come quelle metaboliche, cardiovascolari, neurologiche e oncologiche, allungando la durata e migliorando la qualità della nostra vita.
Un ultimo consiglio prezioso
Viviamo in un mondo malato a livello ambientale, sociale, troppo spesso anche a livello lavorativo e in qualche caso pure a livello familiare.
Non sempre riusciamo a modificare e migliorare il nostro mondo globale e allora dobbiamo fare il possibile per modificare e migliorare il nostro mondo personale.
Ecco pertanto il mio consiglio, che in realtà è una sincera raccomandazione.
È molto difficile vivere tutti i suddetti consigli nella propria quotidianità, però ognuno di loro ha una grande importanza nel proteggerci dalle patologie croniche che ci minacciano sempre più con l’avanzare dell’età.
Ti prego pertanto di agire in questo modo:
- Seleziona quella parte dei consigli che riguardano la tua fase di età e aggiungi i “consigli generali” che valgono sempre per tutti.
- Cancella i consigli che già stai seguendo e l’elenco che resta stampalo su un foglio.
- Attacca quel foglio in modo da averlo ben visibile tutti i giorni.
- Traccia un segno accanto a 2-3 consigli di quell’elenco scegliendo quelli più facilmente fattibili in questo periodo della tua vita.
- Impegnati a viverli ogni giorno nella tua quotidianità ordinaria e straordinaria.
- Dopo un mese, ricontrolla l’elenco e cancella quei consigli che hai già imparato a vivere.
- Seleziona altri 2-3 consigli del tuo elenco personalizzato e ripeti le fasi precedenti.
Ti assicuro che nell’arco di un anno la tua esistenza sarà rinnovata e tu ne guadagnerai in anni e in qualità di vita.
Ti accorgerai poi con grande stupore che cambiando te stesso, di riflesso si rinnoverà anche il tuo mondo.
Provare per credere
Ti auguro un Buon Cammino e una Buona Vita!
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Bibliografia
- Gasparini L. Multidisciplinarietà in Medicina. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2011.
- Bottaccioli F, Bottaccioli AG. Psiconeuroendocrinoimmunologia e Scienza della Cura Integrata. Edra Editore, Milano, 2017.
- Skrabanek, P. & McCormick, J. Follie e inganni della medicina. Marsilio, 1995.
- Fondazione Allineare Sanità e Salute.
- Gava R. Le vaccinazioni pediatriche. Edizioni Salus Infirmorum, 4° ed., Padova, 2018.
- Gava R. Bambini sani oggi. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2016.
- Gava R. L’Alimentazione che può prevenire e curare le nostre malattie. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2017.
- Gava R. La Medicina che vorrei. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2020.