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Obesità in adulti e bambini: tutte le conseguenze patologiche

Oggi l’obesità è considerata una delle principali malattie dei Paesi occidentali e per di più la sua incidenza è in continuo aumento non solo tra gli adulti, ma purtroppo anche tra i bambini, mettendo ad alto rischio la loro salute futura.

Infatti, il sovrappeso corporeo e la conseguente obesità comportano tante patologie variamente intrecciate tra loro, che sono all’origine di moltissimi disturbi:

  • patologie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, aritmie, infarto miocardico, scompenso cardiaco, insufficienza venosa periferica, trombosi, ecc.) a causa dell’eccessivo lavoro a cui è sottoposto il cuore, con le molteplici conseguenze che ne derivano;
  • patologie metaboliche (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, diabete mellito, iperuricemia, ecc.) a causa dell’eccessivo e squilibrato apporto nutrizionale;
  • patologie digestive (epatiche, intestinali, gastriche, pancreatiche) a causa del carico lavorativo a cui sono sottoposti gli organi digestivi;
  • patologie respiratorie (asma, enfisema polmonare, broncopneumopatia cronico-ostruttiva, ecc.) a causa della ridotta espansione polmonare e conseguente ridotta ossigenazione tessutale;
  • patologie scheletriche (ernie discali lombari, sciatica; osteoporosi, artrosi di piedi, ginocchia, anche, colonna lombare, ecc.) a causa dell’eccessivo carico ponderale sulle articolazioni che devono sostenere il peso corporeo;
  • patologie dermatologiche (dermatiti, micosi, lesioni trofiche, ecc.) a causa dei problemi circolatori ma anche del tentativo da parte dell’organismo di eliminare attraverso cute e sudore le sostanze tossiche ingerite o formate dai processi metabolici;
  • patologie oncologiche.

La Figura 1 riassume le principali conseguenze patologiche del sovrappeso sulla salute:

Figura 1 – Conseguenze fisiopatologiche del sovrappeso corporeo.

Per non appesantire troppo questo articolo, non è stato possibile inserire tutte le patologie causate dal sovrappeso o dall’obesità. Tra queste possiamo ricordare sicuramente il diabete gravidico, le disfunzioni tiroidee, le disfunzioni ovariche, con ovaio policistico e alterazioni del ciclo ormonale, l’acne, la depressione, ecc.

In realtà, le conseguenze dell’obesità sono molto maggiori e comportano un deterioramento di tutto l’organismo a causa del relativo ipoafflusso o ipoossigenazione ematica ai tessuti periferici. Questa condizione implica una riduzione dell’apporto di sostanze nutritive e di ossigeno ai tessuti, che ovviamente progredisce con l’avanzare dell’età fino a causare una vasculopatia cerebrale e poi una facilitazione della degenerazione del sistema nervoso centrale che, in chi è predisposto, può condurre alla demenza senile più o meno anticipata.

Obesità e cancro

Oggi però sappiamo che l’obeso è ancora più sfortunato, perché negli ultimi anni diversi studi hanno messo in luce una stretta correlazione tra obesità e sviluppo delle neoplasie, specie di quelle che colpiscono il colon-retto.

Inoltre, studi biochimici hanno rivelato che lo stress ossidativo e la perossidazione lipidica, che caratterizzano l’obesità come anche altre patologie metaboliche croniche, producono dei metaboliti mutageni e tossici che aggravano le alterazioni genomiche presenti nel cancro del colon-retto, facilitando o scatenando l’evoluzione maligna e la rapidità di tale evoluzione.

Sappiamo che esistono vari tipi di obesità:

  • quella androide o addominale caratteristica dell’adulto uomo;
  • quella ginoide o a carico di anche e cosce che è invece caratteristica della donna, specie in post-menopausa.

È stato interessante scoprire come quella maggiormente associata allo sviluppo del cancro di colon-retto è l’obesità androide o addominale caratteristica dell’adulto uomo.

L’alimentazione comunque gioca una grande influenza nella genesi tumorale non solo nell’obeso, ma in tutti noi. Sappiamo infatti che un’alimentazione ricca di carne rossa e carne processata (insaccati, prosciutti, hamburger wurstel, salsicce, pancetta, carne in scatola, ecc.) aumenta nettamente il rischio neoplastico e ora sappiamo che lo fa con particolare prevalenza nei soggetti obesi.

La soluzione ovviamente c’è ed è quella di imparare a mangiare in modo corretto e anche l’obeso lo può certamente fare se mette in pratica alcuni consigli atti a migliorare il suo rapporto con il cibo e il suo stile di vita.

Obesità Infantile

Tutto quello che abbiamo detto per un adulto vale anche per un bambino, perché è noto che una cattiva alimentazione pediatrica che conduce il bambino al sovrappeso o all’obesità “garantisce” quasi sempre una grave obesità da adulti.

Se hai già letto qualche mio articolo o libro sai che la Medicina Preventiva è uno dei temi che più mi sta a cuore, perché, se lo vogliamo, con un piccolo sforzo quotidiano riusciamo a mantenere il nostro organismo in buona salute e prevenire la gran parte delle patologie dei nostri tempi.

Uno dei capitoli più importanti della Medicina Preventiva è la sovra-alimentazione: mangiamo troppo, i nostri cibi sono nutrizionalmente molto poveri di nutrienti essenziali per il nostro organismo e molto spesso mangiamo anche male. La vera tragedia accade poi quando sono i bambini quelli a essere interessati.

Infatti, i casi di sovrappeso e obesità infantile sono praticamente raddoppiati negli ultimi 20 anni. Si stima che in Italia ogni 100 bambini della scuola elementare, 24 siano in sovrappeso e 12 siano obesi. Complessivamente, oltre un milione di bambini presenta questo tipo di problemi nella fascia d’età tra i 6 e gli 11 anni. Come vedi, sono numeri non proprio confortanti.

L’obesità infantile crea adulti super-obesi

Mentre un eccessivo introito calorico da adulti conduce all’obesità, un’alimentazione troppo abbondante nei primi 2 anni di vita conduce ad una super-obesità, perché, oltre a causare un aumento del volume delle cellule adipose (ovvero quelle che immagazzinano al loro interno grandi quantità di grassi), ne causa anche un incremento di numero.

Più specificatamente, l’eccesso di calorie:

  • se interessa un bambino piccolo → aumenta il numero degli adipociti,
  • se interessa un adolescente o adulto → aumenta la grandezza degli adipociti.

A ciò consegue che l’iperalimentazione infantile è molto più pericolosa, perché da una parte fa aumentare il numero delle cellule adipose e dall’altra abitua il bambino a mangiare in modo eccessivo e sicuramente anche malsano. In questo modo quella persona diventerà ancora più obesa da grande rispetto un’altra persona che è stata normoalimentata da piccola ed è pertanto provvista di un minor numero di adipociti.

Infatti, se noi iper-alimentiamo gli adulti, diventeranno più obesi coloro che sono stati iperalimentati da piccoli, perché hanno un maggior numero di cellule adipose!

L’iperalimentazione infantile è quindi estremamente pericolosa, perché pone le basi per un possibile eccesso ponderale di tipo grave nell’età adulta, che potrebbe assicurare patologie future e ridurre sia la qualità sia la durata della vita. Inoltre, un adulto che da piccolo è stato sovralimentato dovrà combattere tutta la vita con la dieta e non potrà concedersi molti svaghi culinari, perché se dovesse mangiare un po’ di più aumenterebbe subito di peso, dato che i suoi adipociti si ingrosserebbero rapidamente e con estrema facilità.

Alimentazione eccessivaDa bambinoDa adulto
Solo da adultoNormopeso Obesità moderata
Solo da bambinoObesità moderata Obesità moderata
Sia da bambino che da adultoObesità moderata Obesità grave
Tabella 1 – Conseguenze dell’iperalimentazione in bambini e adulti.

Le cause principali di obesità infantile

Da un po’ di tempo mi sto chiedendo: Quali sono le cause nascoste dietro questo incremento di casi di obesità infantile?

Credo che i principali fattori inducenti un sovrappeso/obesità in un bambino siano i seguenti:

  • errato stile di vita trasmesso dai genitori;
  • scarsa educazione alimentare;
  • insufficiente attività fisica;
  • aspetti caratteriali particolari (specie se associati a molta pigrizia e ostinazione nel perseverare nelle proprie convinzioni errate).

Per quanto riguarda il fattore alimentare, i genitori devono essere coscienti che nei primi anni di vita pongono le premesse per i futuri obesi se nutrono i loro figli con:

  • allattamento materno assente o di breve durata;
  • poca frutta e verdura;
  • poca fibra alimentare;
  • troppe bevande zuccherate;
  • troppe calorie alimentari;
  • troppi zuccheri semplici;
  • troppi cereali raffinati;
  • troppe proteine animali;
  • troppi grassi saturi, specie quelli animali.

Tutti questi sono fattori che hanno un forte impatto nel favorire l’obesità, prima di tutto in te, se sei genitore, e di conseguenza anche in tuo figlio.

Probabilmente ora ti starai chiedendo: “Come posso migliorare il sovrappeso (o l’obesità) di mio figlio?”.

Prevenzione e cura dell’obesità pediatrica

In un mio libro (L’Alimentazione che può prevenire e curare le nostre malattie), ho riportato i consigli per evitare l’obesità o qualsiasi altra patologia. Leggendoli ci si accorge che sono gli stessi che si devono seguire per fortificare il sistema immunitario e mantenere in salute tutta la persona.

L’elenco che segue riporta una sintesi estrema:

  • L’obesità si forma nei primi 1-2 anni di vita.
  • Quando l’obesità si è instaurata, la sua cura ed eliminazione non è certamente facile: per questo è molto più importante fare prevenzione!
  • Le principali cause dell’obesità, di solito, risiedono in un eccessivo consumo di zucchero, farine raffinate, proteine del latte, bevande zuccherate, ma anche cibi poco masticati e una vita sedentaria come quella del bambino che trascorre tante ore davanti la televisione o con i videogiochi.
  • Se il bambino non ha voglia di fare colazione la mattina, significa che non è in equilibrio metabolico e quindi bisogna indagare per capire quale errore alimentare o di stile di vita sta facendo.
  • I bambini hanno bisogno di grassi vegetali (oli vegetali, frutta secca e semi), uova e pesce sano.
  • Il ritmo dei pasti è importante: di sera non sarebbe opportuno fare attività fisica e mangiare molto, perché entrambi questi fattori aumentano l’acidosi metabolica.
  • Se si cena tardi, le proteine non vengono utilizzate (in particolare dopo le ore 23-24), perché l’ormone GH non è attivo e allora vengono dirottate verso la formazione di metaboliti acidi con conseguente aumento dell’acidosi; inoltre, le calorie serali non vengono smaltite durante il sonno ma vengono immagazzinate.
  • Per non andare in acidosi è consigliato bere 40 ml di acqua ogni grammo di proteine ingerite durante il giorno. Quindi, se un bambino mangia 20 g di proteine al giorno (in genere un adulto mangia circa 100-120 g/die) dovrebbe bere 0,8 litri di acqua. Ovviamente la quantità dipende anche dal modo di mangiare: i vegetariani ne possono bere molta meno, sia perché non mangiano tante proteine, sia perché mangiano molta frutta e verdura (cibi già molto ricchi d’acqua).

In conclusione, ti consiglio di agire concretamente in due modi: cambiare l’alimentazione di tuo figlio e cominciare a fargli svolgere qualche attività fisica (passeggiate, corsa, bici, nuoto, calcio, arti marziali, ecc.) adatta alla sua età. Se è adolescente, l’attività fisica migliore è costituita da giochi di squadra, perché a quell’età saranno proprio le amicizie che gli permetteranno di perseverare e non abbandonare lo sport.

Nel lungo termine non smettere mai di leggere e informarti. La formazione su questi temi non è mai abbastanza: in 40 anni di pratica ambulatoriale e di studi ti posso assicurare che è davvero importante rimanere aggiornati, così da poter fare delle scelte quanto più consapevoli e personalizzate.

Se ti interessa approfondire questi argomenti di prevenzione allo scopo di insegnare un corretto stile di vita in età pediatrica, oltre al libro citato sopra ti consiglio la lettura del mio libro “Bambini sani oggi”, che racchiude alcuni decenni della mia esperienza clinica.

Buona salute!

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