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Come affrontare il caldo e prevenire patologie e disturbi

È noto ormai a tutti che i pericoli per la salute causati da un eccessivo calore estivo si verificano maggiormente quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi e in particolare quando queste sono associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione.
Secondo uno studio multicentrico internazionale, l’Italia è uno dei Paesi con un maggiore effetto patogeno causato da elevate temperature (1, 2).

Il progetto EuroHEAT ha evidenziato che gli effetti maggiori si verificano in concomitanza dei primi episodi di caldo e delle ondate di calore più intense e prolungate (3).

Le persone a maggior rischio

Le elevate temperature sono un disagio per tutti, ma possono diventare un vero e proprio pericolo per alcuni gruppi:

  • Bambini piccoli. I neonati e i bambini piccoli sono più a rischio di disidratazione perché hanno un maggior ricambio giornaliero e maggiori perdite di liquidi, anche in condizioni di benessere (4).
  • Gravidanza, specie nel suo ultimo trimestre, per le conseguenze sulla respirazione, sulla circolazione cardiovascolare e sulla ritenzione idrica a causa della ridotta capacità di termoregolazione. Durante la gravidanza, infatti, c’è un aumento del volume sanguigno, con riduzione delle resistenze vascolari e aumento della frequenza cardiaca. In caso di un eccessivo calore estivo, le modifiche che avvengono in gravidanza possono favorire un aumento delle nascite pretermine e di bambini con basso peso alla nascita (5, 6).
  • Soggetti obesi o con diabete mellito. Nell’obesità abbiamo un peggioramento respiratorio, cardiovascolare e metabolico, mentre nei soggetti diabetici c’è una minore capacità di disperdere il calore corporeo attraverso la sudorazione, con conseguenze sulla regolazione cardiovascolare e sul controllo della glicemia fino anche a possibili complicanze diabetiche (7).
  • Soggetti molto anziani, specie se sono affetti da una o più patologie croniche o non sono autosufficienti a livello motorio o psichico e specialmente se vivono soli e senza un supporto familiare o sociale. Anche gli anziani che vivono in case di riposo o RSA o che sono ospedalizzati hanno un maggior rischio di effetti avversi sulla salute per la loro condizione di fragilità clinica.
  • Soggetti con patologia cardiovascolare. Questi soggetti hanno una ridotta capacità di reagire allo stress termico, perché il loro muscolo cardiaco non è in grado di fare un lavoro aggiuntivo, che sarebbe invece necessario per far arrivare più sangue alla cute e poter disperdere il calore con la sudorazione (8, 9). In ogni caso, il calore affatica il cuore e facilita lo scompenso cardiaco o la coronaropatia ischemica (infarto cardiaco). Bisogna anche ricordare che questi soggetti devono adattare la terapia farmacologica in base ai valori della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.
  • Soggetti con patologia respiratoria. Il caldo può provocare uno scompenso respiratorio a causa dell’iperventilazione necessaria per disperdere il calore e della disidratazione che ostacola l’espettorazione (10).
  • Soggetti con insufficienza renale. Sono persone che possono andare incontro più facilmente a disidratazione, sbalzi di pressione, squilibrio elettrolitico, danni del tubulo renale, peggioramento dell’insufficienza renale e insufficienza renale cronica (11).
  • Soggetti con disturbi psichiatrici o con demenza. A causa del loro minore grado di consapevolezza del rischio, possono assumere comportamenti inadeguati. Bisogna anche fare attenzione ai loro trattamenti farmacologici, perché possono interferire con i meccanismi termoregolatori (12).
  • Persone che sono obbligate a lavorare alla diretta esposizione solare. Spesso sono impiegate in attività professionali che richiedono anche un intenso sforzo fisico e che vengono svolte nelle ore più calde della giornata, aumentando notevolmente il rischio di stress termico e facilitando anche le distrazioni e gli errori che talvolta possono avere conseguenze fatali (13, 14, 15).
  • Persone senza dimora e con reddito inadeguato. Sono persone notoriamente incapaci di proteggersi per mancanza di riparo, idratazione inadeguata e per la concomitanza di patologie psichiatriche e abuso di alcol che riducono la percezione del rischio. Inoltre, possono essere diffidenti nell’accettare un’eventuale assistenza o trasporto in luoghi climatizzati o nelle strutture di assistenza (16).

Ricordiamo che in Italia sta aumentando la quota di anziani e secondo le proiezioni future l’incremento si aggraverà nei prossimi anni (17). Secondo i dati ISTAT, infatti, gli ultrasessantacinquenni aumenteranno dal 25% del 2016 al 32-35% del periodo 2045-2050. Questo fenomeno rende ancora più rilevante il ruolo dell’informazione e della prevenzione per ridurre gli impatti futuri delle ondate di calore … che forse non si ridurranno, ma aumenteranno.

Gli effetti del caldo sulla nostra salute

Normalmente, il nostro corpo lavora bene a circa 37°C e la nostra temperatura corporea è controllata dal centro termoregolatore posto nell’ipotalamo, un importante centro cerebrale.
Nel caso ci sia un eccessivo aumento della temperatura corporea, per irraggiamento solare, febbre, attività fisica, ecc., il nostro ipotalamo si attiva per incrementare i processi di termodispersione. Essi sono basati essenzialmente su:

  • Fenomeno dell’evaporazione del sudore, cioè dell’acqua che fuoriesce dalle ghiandole sudoripare della pelle.
  • Fenomeno della conduzione fisica, cioè dello scambio termico per contatto con oggetti più freddi.
  • Fenomeno della convenzione, cioè dello scambio termico che avviene quando il nostro corpo viene a contatto con aria o acqua più fredde che gli sottraggono parte del calore.
  • Fenomeno elettromagnetico dell’emissione spontanea della radiazione infrarossa dal nostro corpo.

Quando questi meccanismi sono insufficienti o non funzionano adeguatamente, la temperatura corporea interna aumenta causando uno stress all’organismo, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare.

Se il nostro corpo aumenta anche di solo un grado di temperatura, il centro termoregolatore, in base alle informazioni ricevute dai recettori termici periferici, aumenta la vasodilatazione cutanea con conseguente aumento di volume del circolo ematico cutaneo e una maggior produzione di sudore in modo da attivare l’evaporazione.

Ovviamente, tutto questo comporta un lavoro aggiuntivo da parte del cuore con conseguente aumento della frequenza cardiaca, che può aggravare le condizioni di alcuni soggetti.

Se inoltre nell’ambiente esterno c’è un’elevata umidità e c’è uno scarso movimento dell’aria (assenza di vento), l’evaporazione non avviene in modo sufficiente e la temperatura corporea sale ulteriormente.

Oltre all’umidità, ci sono molte altre condizioni interne o esterne che possono ostacolare la perdita di calore e facilitare le patologie da eccesso di calore (18):

1) Condizioni che riducono la produzione di sudore:

  • Disidratazione: bevendo poco, il corpo ha meno acqua sia per i reni che per la cute; inoltre, un’eventuale fibrosi cistica facilita la disidratazione.
  • Patologie: ci sono patologie che ostacolano la produzione di sudore da parte delle ghiandole sudoripare (diabete mellito e sclerodermia).
  • Età senile: l’anziano ha una minor quantità di acqua corporea.
  • Utilizzo di farmaci anticolinergici (anti-parkinson) e antipsicotici.

2) Condizioni che riducono il volume plasmatico:

  • Diarrea o vomito.
  • Patologie renali con diuresi eccessiva.
  • Utilizzo di farmaci diuretici e di alcolici.

3) Condizioni che alterano la circolazione del sangue e quindi la distribuzione dei liquidi ai tessuti:

  • Patologie cardiovascolari con riduzione della forza cardiaca.
  • Utilizzo di farmaci che causano vasocostrizione cutanea (beta-bloccanti).

4) Condizioni che aumentano la produzione di calore:

  • Attività fisica (sia per motivi sportivi, sia per lavoro).
  • Esposizione al sole (per lavoro o forza maggiore, specie se si è costretti ad usare un abbigliamento pesante come i dispositivi di protezione individuale di alcuni lavoratori).
  • Febbre.
  • Tireotossicosi.
  • Utilizzo di farmaci antidepressivi.

5) Condizioni legate all’età o al comportamento:

  • Età neonatale o pediatrica fino ai 4-5 anni.
  • Deficit fisici o cognitivi.
  • Patologie psichiatriche gravi.

Un’esposizione prolungata a temperature elevate può provocare disturbi lievi (come crampi, svenimenti, edemi) o di maggiore gravità (come disidratazione, stress da calore, colpo di calore), fino a danneggiare diversi organi vitali e il cervello stesso.

Condizioni eccessive di calore, inoltre, possono determinare un aggravamento delle condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti.

Va però detto fin da subito che gli effetti avversi del caldo sulla salute sono in gran parte prevenibili, se si agisce adeguatamente e per tempo.

Come sempre, però, l’intervento migliore è basato sulla conoscenza e sulla prevenzione.

I disturbi da eccesso di calore

I disturbi da eccesso di calore non sono vere e proprie patologie, ma sono i segni iniziali di queste e quindi, se non si interviene, possono aggravarsi al punto da sfociare anche in gravi condizioni patologiche.

Eruzioni cutanee da calore

Sono causate da una parziale ostruzione dei dotti delle ghiandole sudoripare a causa dell’accumulo di cheratina nello strato corneo. Possono associarsi a infiammazione e prurito locale con formazione di papule arrossate e pustole.

Terapia

Consiste semplicemente nel portare la persona in un luogo fresco e attendere che la cute si normalizzi sfiammandosi; si possono usare creme idratanti.

Congestione addominale

È causata non dal calore ma dall’assunzione di bevande ghiacciate da parte di una persona surriscaldata durante o subito dopo i pasti, con conseguente eccessivo afflusso di sangue all’addome che può rallentare o bloccare i processi digestivi. I primi sintomi sono costituiti da sudorazione, nausea, inappetenza, dolore toracico, peso e dolore gastro-addominale.

Crampi muscolari

Sono causati da una perdita di sodio o di altri sali minerali in seguito alla sudorazione, con conseguente alterazione dell’equilibrio elettrolitico, ma possono essere influenzati anche dall’eventuale presenza di insufficienza venosa periferica agli arti inferiori (in questo caso i crampi sono prevalentemente notturni o quando si sta a lungo in piedi).

Terapia

Aumentare l’idratazione, specie nei soggetti anziani, aumentando anche l’ingestione di frutta fresca e di verdure crude, assumendo pure mezzo cucchiaino di Sale Marino Integrale 4-5 giorni alla settimana (non è indicato in caso di ipertensione arteriosa). Possono essere utili anche integratori multivitaminici e multiminerali.

Edemi agli arti inferiori da caldo

Sono causati da una ritenzione di liquidi negli arti inferiori a causa di una vasodilatazione periferica prolungata. Si manifestano più facilmente nei soggetti anziani o in caso di insufficienza cardiaca cronica.

Terapia

Un rimedio semplice ed efficace è tenere le gambe sollevate ed eseguire di tanto in tanto dei massaggi superficiali dolci per favorire il ritorno venoso al cuore (linfodrenaggio). Possono essere utili anche delle docce fredde agli arti inferiori, portando l’acqua dai piedi verso le cosce.

Svenimento (lipotimia) da caldo

Si tratta di una transitoria ipotensione arteriosa da vasodilatazione periferica con ridotta perfusione cerebrale, che si manifesta con offuscamento della vista, vertigini, sudorazione fredda, ipotensione arteriosa stando in piedi fino anche ad una momentanea perdita di conoscenza. In genere, la persona riprende velocemente conoscenza una volta che assume la posizione supina. A volte si verifica dopo un esercizio fisico intenso o alzandosi bruscamente dal letto la mattina.

Terapia

Lo svenimento può essere prevenuto se ai primi sintomi si fa assumere al paziente una posizione supina con le gambe sollevate rispetto al cuore. Anche in questo caso sono utili integratori multivitaminici e multiminerali.

Le patologie da eccesso di calore

Le patologie da eccesso di calore sono sicuramente più gravi e non vanno assolutamente trascurate.

Radiazioni ultraviolette solari

Le radiazioni ultraviolette provenienti dal sole sono essenziali per la produzione della vitamina D, ma un’esposizione eccessiva può provocare effetti dannosi per la salute. Gli effetti principali si verificano a carico degli occhi (fotocheratite e fotocongiuntivite) e della pelle (eritemi, scottature), sia di tipo acuto che cronico. I raggi ultravioletti (UV) sono stati classificati dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) cancerogeni certi per l’uomo, in particolare per il rischio di carcinomi e melanoma cutanei (19). La maggior parte dell’esposizione ai raggi UV nell’arco della vita si verifica in età pediatrica e nell’adolescenza per la loro maggiore attività all’aria aperta rispetto alla popolazione generale. Tra le popolazioni più a rischio sono da includere anche i lavoratori che svolgono mansioni all’aperto.

Terapia

Il consiglio principale è di indossare indumenti protettivi che includono un cappello con visiera, abiti adeguati, occhiali e creme solari. Raccomando anche la lettura di un articolo che ho scritto proprio su questo argomento nell’estate 2022 (20).

Disidratazione

È causata da una perdita di acqua maggiore di quella introdotta.

I sintomi della disidratazione sono: sete (ma nell’anziano può anche mancare), perdita dell’appetito, debolezza, sonnolenza (fino anche alla letargia nell’anziano), vertigini, palpitazioni, ansia, crampi muscolari, irritabilità.

I segni oggettivi della disidratazione sono:

  • ipotensione arteriosa, ipotensione ortostatica (riduzione della pressione arteriosa sistolica di più di 20 mmHg quando si passa dalla posizione distesa a quella in piedi e si resta in piedi per almeno 2 minuti);
  • tachicardia (aumento della frequenza cardiaca con valori maggiori a 100 battiti/minuto);
  • perdita di elasticità cutanea (alzando una plica cutanea sul braccio, la cute ritorna alla sua normalità, cioè si appiana, molto lentamente);
  • mucose secche e fessurate.

Tra le principali cause della disidratazione ricordiamo:

  • Perdita di liquidi per febbre, vomito e/o diarrea.
  • Ridotta ingestione di liquidi per poca sete (specie in anziani) o per incapacità di chiedere liquidi (bambini piccoli, soggetti affetti da demenza, morbo di Alzheimer o malattie psichiatriche).
  • Assunzione di farmaci che possono favorire l’eliminazione di liquidi (per esempio diuretici o lassativi).

In questi casi, l’esame del sangue potrà rilevare un aumento dell’ematocrito e del sodio (ipernatriemia: sodio maggiore di 145 mmol/L) che è un semplice indice dello squilibrio elettrolitico (in alcuni casi, però, il sodio plasmatico può essere anche normale o ridotto).

Terapia

Fare il possibile per indurre la persona a bere di più usando anche alcuni stratagemmi: consigliare di mangiare molta verdura cruda e frutta succosa, frullati, tisane e bevande con gusti graditi dalla persona.

In casi di emergenza, si dovrà infondere endovena una soluzione salina ipotonica 0,45% alternata alla soluzione glucosata 5%.

In caso di ipotensione arteriosa o ipotensione ortostatica, raccomandare di:

  • evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella in piedi, che potrebbe causare anche perdita di coscienza;
  • non alzarsi bruscamente dal letto, soprattutto nelle ore notturne, ma stare seduti al bordo del letto per alcuni minuti prima di alzarsi in piedi;
  • assumere degli integratori cardiocinetici: per esempio a base di carnitina, magnesio, potassio, creatina fosfato, ribosio.

Stress da calore

Questo sintomo deve essere valutato con maggiore attenzione ed è causato da un senso di disorientamento, malessere, debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia, ipotensione arteriosa, forte sudorazione con scarsa produzione di urina, irritabilità e confusione. Spesso c’è anche febbre di grado variabile.

La sintomatologia può insorgere durante un’attività fisica in un ambiente eccessivamente caldo, specie in soggetti non acclimatati, con una ridotta efficienza cardiaca (insufficiente compenso in occasione di una diffusa vasodilatazione periferica) a causa di un diminuito volume sanguigno per disidratazione.

Se questa condizione non viene diagnosticata e trattata immediatamente, può progredire fino al colpo di calore. Talvolta, specie se non ci si pensa, lo stress da calore può essere confuso con una malattia virale.

Terapia

Portare la persona in un ambiente fresco e, se è possibile, somministrare bevande ricche di sali minerali e zuccheri; favorire il raffreddamento del corpo applicando impacchi freddi sugli arti. Monitorare frequentemente il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la frequenza respiratoria, la temperatura ascellare e lo stato mentale. Anche in questo caso sono utili integratori a base di carnitina, magnesio, potassio, creatina fosfato e ribosio. Se non c’è miglioramento oggettivo, portare la persona al Pronto Soccorso.

Colpo di calore

È la condizione più grave e rappresenta una condizione di emergenza vera e propria che può portare a morte se non trattata immediatamente.

Si verifica quando la fisiologica capacità di termoregolazione è compromessa e si manifesta con una ampia gradazione di segni e sintomi a seconda della gravità della condizione e delle condizioni di base della persona colpita.

Può verificarsi quando ci si trova esposti ad una temperatura troppo alta, associata ad un elevato tasso di umidità e alla mancanza di ventilazione, ma può manifestarsi anche all’aperto, in un ambiente chiuso oppure in un luogo dove non batte direttamente il sole, ma che è ugualmente caldo.

Inizia con un improvviso malessere generale a cui seguono debolezza, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, iperventilazione, tachicardia, blocco della sudorazione. Può comunque complicarsi facilmente con danno cerebellare (difficoltà di equilibrio e di movimento), edema polmonare, aritmie cardiache, coagulazione intravasale disseminata, shock accompagnato da delirio e stato confusionale che può progredire fino alla perdita di conoscenza.

Caratteristico è il brusco aumento della temperatura corporea che in 10-20 minuti può salire fino anche a 40-41°C ed è seguito da danni cardiovascolari, epato-renali e neurologici che possono condurre a morte.

Terapia

È necessario l’immediato ricovero ospedaliero (specie per bambini e anziani).

I sintomi migliorano con il raffreddamento e l’idratazione. Va evitata l’esposizione diretta all’acqua fredda, perché causa una brusca vasocostrizione, mentre è preferibile il raffreddamento per evaporazione che si ottiene bagnando il corpo o avvolgendolo in teli di cotone bagnato e poi esponendolo a flussi di aria calda (non caldissima) come quella che esce da un asciugacapelli a basso regime, cambiando continuamente le parti del corpo esposte al getto di aria. La procedura va interrotta quando la temperatura rettale scende sotto i 39°C.

Aggravamento di malattie preesistenti

Il caldo intenso può determinare l’aggravamento di malattie preesistenti e ovviamente i sintomi sono molto personali e vanno da leggeri a gravi, in quanto dipendono dalla patologia di base della persona e dalla sua età.

La letteratura scientifica è ricca di studi in merito. Sappiamo infatti che un clima eccessivamente caldo può:

  • aumentare gli accessi al Pronto Soccorso prevalentemente per effetti a carico del sistema cardiovascolare e respiratorio (21);
  • aumentare il rischio di patologie cerebrovascolari (22);
  • aumentare i casi di scompenso cardiaco e aritmie gravi per affaticamento cardiaco e squilibrio idro-elettrolitico (9);
  • aumentare le infezioni per riduzione delle difese immunitarie (23);
  • riacutizzare crisi asmatiche in soggetti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) che sembra essere scatenata dall’iperventilazione da caldo (10).

L’effetto delle ondate di calore è relativamente immediato, con una latenza di 1-3 giorni tra il verificarsi di un rapido innalzamento della temperatura e il conseguente aggravamento della persona.

In teoria, tutte le patologie croniche espongono a un rischio maggiore di mortalità in presenza di condizioni di caldo estremo. È ad esempio noto che alcune patologie croniche (patologie cardiovascolari, cerebrovascolari, polmonari, neurologiche, psichiatriche, epatiche, renali e anche il diabete mellito) aumentano significativamente il rischio di morte in occasione delle ondate di calore, soprattutto nelle persone anziane.

Altre malattie croniche che ostacolano la sudorazione (sclerodermia) o che causano un’eccessiva sudorazione (fibrosi cistica) con conseguente disidratazione possono condurre alle stesse conclusioni patologiche.

Infine, viene associata a un aumento del rischio dell’esposizione al caldo qualsiasi malattia o condizione che costringe a letto e riduce la capacità della persona a prendersi cura di sé e a reagire mettendo in atto quei comportamenti difensivi che tutti noi attiviamo in caso di eccessivo calore ambientale.

Effetti del caldo sulla mortalità

Secondo uno studio condotto in 16 città italiane (anni 2001-2010) (24), nella popolazione adulta (età maggiore di 35 anni) sono stati evidenziati aumenti di mortalità del:

  • 15,9% per le coronaropatie ischemiche (angina e infarto miocardico);
  • 20,8% per le patologie cerebrovascolari;
  • 22,5% per le broncopneumopatie cronico-ostruttive (BPCO);
  • 25,0% per le patologie cardiocircolatorie;
  • 35,6% per le patologie respiratorie;
  • 20,3% per tutte le cause.

Consigli generali in caso di caldo estivo da Bollino Rosso

Prendo spunto dai consigli del nostro Ministero della Salute (24) e li integro con quanto mi hanno insegnato più di 40 anni di pratia medica.

  • Trascorrere le ore più calde della giornata nella stanza più fresca della casa.
  • Utilizzare schermature alle finestre esposte al sole diretto mediante tende o oscuranti esterni regolabili (per esempio persiane o veneziane).
  • Aprire le finestre al mattino presto, la sera tardi e durante la notte per fare entrare l’aria fresca, e tenere chiuse le finestre di giorno per tutto il tempo in cui la temperatura esterna è più alta della temperatura interna alla casa.
  • Usare il climatizzatore seguendo alcune precauzioni:
    • regolare la temperatura sui 24-26°C evitando di regolarla a valori troppo bassi rispetto alla temperatura esterna (in genere sarebbe da tenere solo 5-6°C in meno);
    • mantenere chiuse le finestre durante il funzionamento dei climatizzatori, utilizzando protezioni oscuranti alle finestre dei locali condizionati;
    • evitare di utilizzare contemporaneamente il forno e altri elettrodomestici che producono calore;
    • effettuare una annuale pulizia dei filtri del condizionatore;
    • nelle aree caratterizzate principalmente da un elevato tasso di umidità, senza valori particolarmente alti di temperatura, può essere sufficiente l’uso del deumidificatore.
  • Se non si dispone di climatizzatore in casa, trascorrere alcune ore in un luogo pubblico climatizzato, in particolare le ore più calde della giornata.
  • Bere, anche in assenza dello stimolo della sete, almeno due litri di acqua al giorno, salvo diverso parere del medico (un’eccezione è rappresentata dalle persone che soffrono di epilessia o patologie cardiache e/o renali o con ritenzione idrica; in questi casi consultare il proprio medico).
  • Abituarsi a mangiare abbondanti porzioni di frutta e verdura, variando gli alimenti anche nei colori. Il colore degli alimenti è dato dalle sostanze ad azione antiossidante (vitamine, polifenoli ecc.): più si variano i colori, più completa è la loro assunzione.
  • Evitare pasti abbondanti e cibi molto grassi. Privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua. La frutta va sempre consumata lontano dai pasti.
  • Evitare l’assunzione di bevande gassate e zuccherate, ricche di calorie.
  • Evitare gli alcolici e limitare l’assunzione di bevande che contengono caffeina (caffè, tè nero, ecc.).
  • Evitare cibi e bevande troppo fredde, specie se appena prese dal frigo (una eventuale bevanda fredda va assunta a sorsi e il sorso va tenuto circa 15-20 secondi in bocca prima di deglutirlo in modo da smorzare la sua bassa temperatura).
  • L’eccesso di calore è sempre uno stress per l’organismo, specie per coloro che sono esposti direttamente alla luce solare. Raccomando in questo caso l’assunzione quotidiana di abbondanti dosi di vitamina C (circa 2 grammi al giorno). Meglio ancora è l’utilizzo di SinerCi: un integratore a base di vitamina C (un misurino raso ne contiene 1 grammo) arricchita da altre 14 sostanze naturali a base di immunostimolanti (l’esposizione ad un calore eccessivo indebolisce il nostro sistema immunitario), minerali e vitamine.
  • Dato che con il sudore si perdono sali minerali, consiglio l’assunzione di Sale marino integrale: mezzo cucchiaino al giorno, mangiando, per 4-5 giorni alla settimana (non è indicato in caso di ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, insufficienza renale ed edemi periferici).
  • Proteggere la pelle dai raggi ultravioletti con creme solari ad alto fattore protettivo, proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con lenti con filtri UV. Evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore di massima esposizione (ore 10-14 oppure ore 11-15 con l’ora legale).
  • Ridurre l’attività fisica all’aperto, evitare le zone particolarmente trafficate, ma anche i parchi e le aree verdi, dove si registrano alti valori di ozono e se si pratica attività fisica all’aperto, farlo durante le ore più fresche (al mattino presto e alla sera) e aumentare l’idratazione.
  • Fare attenzione alla corretta conservazione e trasporto degli alimenti deperibili.
  • Fare attenzione anche alla corretta conservazione dei farmaci, tenendoli lontani da fonti di calore e, in condizioni di caldo estremo, conservando in frigorifero i farmaci che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°C.
  • Evitare i viaggi in automobile durante le ore più calde se non si dispone di climatizzatore.
  • Non lasciare mai persone o animali, anche se per poco tempo, nella macchina parcheggiata al sole.
  • Offrire assistenza a persone a maggiore rischio (ad esempio anziani che vivono da soli) e segnalare ai Servizi Socio-Sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento.

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Bibliografia

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