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Come calcolare il rischio di avere una malattia cardiovascolare

La patologia ischemica cardiovascolare è oggigiorno la prima causa di morte nei Paesi industrializzati e può manifestarsi e causare una varietà di patologie tra loro concatenate:

  • aritmie cardiache,
  • angina pectoris,
  • infarto miocardico,
  • scompenso cardiaco,
  • arteriopatia obliterante periferica,
  • ictus cerebrale di tipo ischemico o emorragico, ecc.

Lo scopo di questo articolo è ricordare a tutti che già da molti anni i medici, e più specificatamente i cardiologi, dispongono di alcune “Carte del rischio cardiovascolare” (1) che permettono di avere una stima approssimativa della probabilità (espressa in percentuale) di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus cerebrale) nei 10 anni successivi alla misurazione.

Fattori di rischio considerati

Per ottenere il calcolo del rischio cardiovascolare bisogna disporre dei valori dei seguenti sei fattori di rischio (2):

Genere: uomo o donna.

Età: è espressa in anni ed è considerata in decenni (40-49, 50-59 e 60-69 anni).

Abitudine al fumo di sigaretta: fumatore (chi fuma regolarmente ogni giorno, anche una sola sigaretta, oppure ha smesso di fumare da meno di 1 anno) o non fumatore (chi non ha mai fumato o ha smesso da più di 1 anno).

Pressione arteriosa sistolica: è espressa in mmHg. È considerata valida la pressione sistolica ottenuta dalla media di due misurazioni consecutive ed è suddivisa in 4 intervalli pressori:

  • tra 90 e 130 mmHg;
  • tra 130 e 150 mmHg;
  • tra 150 e 170 mmHg;
  • tra 170 e 200 mmHg.

Metodologia corretta per la misurazione della pressione arteriosa

  • Rimuovere tutti gli indumenti che costringono il braccio.
  • Il braccio deve trovarsi a 45 gradi rispetto al tronco.
  • Il bracciale deve essere adatto alla grossezza del braccio (gli obesi devono utilizzare un bracciale più largo e più lungo in modo che la parte gonfiabile del manicotto ricopra almeno due terzi della circonferenza del braccio) e deve essere posizionato all’altezza del cuore.
  • Prima di misurare la pressione, la persona deve essere lasciata tranquilla in posizione seduta e rilassarsi per circa 5 minuti prima.
  • Palpare “il polso” dell’arteria radiale e insufflare nel bracciale fino a 20-30 mmHg dopo che non percepiamo più il battito dell’arteria sul polso. Questo è il livello massimo a cui deve essere mandata la colonnina di mercurio durante la misurazione.
  • Posizionare il fonendoscopio dove si sente pulsare l’arteria brachiale nella piega del gomito (sotto il bordo inferiore del bracciale, ma non sotto il bracciale).
  • Gonfiare il bracciale e poi sgonfiarlo lentamente facendo scendere la colonnina di mercurio alla velocità di circa 2 mmHg al secondo.
  • Registrare il primo tono udibile seguito da uno identico (il valore pressorio corrisponde al livello della pressione arteriosa sistolica: la massima) e poi continuare a sgonfiare lentamente e registrare l’ultimo tono udibile (il suo valore pressorio corrisponde al livello della pressione arteriosa diastolica: la minima). Scrivere il valore della misurazione.
  • Sgonfiare completamente il bracciale e a distanza di qualche minuto eseguire una seconda misurazione pressoria.

Lo sfigmomanometro a mercurio è da preferirsi agli strumenti aneroidi (ad aria) o elettronici (automatici).

Colesterolemia totale: è espressa in mg/dl ed è suddivisa in 5 intervalli di colesterolemia:

  • tra 130 e 174 mg/dl;
  • tra 174 e 213 mg/dl;
  • tra 213 e 252 mg/dl;
  • tra 252 e 291 mg/dl;
  • tra 291 e 320 mg/dl.

Il prelievo di sangue deve essere eseguito a digiuno da almeno 12 ore e deve essere venoso (non capillare, dal dito).

– Diabete mellito: è espressa in diabetico e non diabetico (è diabetica la persona con glicemia a digiuno uguale o superiore a 126 mg/dl in almeno 2 misurazioni successive nell’arco di una settimana, oppure se è in trattamento con ipoglicemizzanti orali o insulina oppure se presenta storia clinica personale di diabete). Il prelievo di sangue deve essere eseguito a digiuno da almeno 12 ore e deve essere venoso (non capillare, dal dito).

Utilizzo della Carta del rischio cardiovascolare

Questa “Carta del rischio” è valida se i fattori di rischio vengono misurati seguendo la suddetta corretta metodologia standardizzata.

La “Carta” è utilizzabile dadonne e uomini di età compresa fra 40 e 69 anni che non hanno avuto precedenti eventi cardiovascolari.

Non può essere utilizzata da donne in gravidanza e neppure per valori estremi dei fattori di rischio:

  • pressione arteriosa sistolica: inferiore a 90 mmHg o superiore a 200 mmHg,
  • colesterolemia totale: inferiore a 130 mg/dl o superiore a 320 mg/dl.

I valori degli esami ematochimici di glicemia e colesterolemia dovrebbero essere eseguiti possibilmente da non più di 3 mesi.

Valutazione del rischio cardiovascolare

È consigliabile eseguire la valutazione del rischio cardiovascolare con questa “Carta” almeno:

  • ogni 5 anni nel caso di persone a basso rischio cardiovascolare (inferiore al 5%);
  • ogni anno nel caso di persone a moderato rischio cardiovascolare (dal 5% al 20%);
  • ogni sei mesi nel caso di persone a elevato rischio cardiovascolare (superiore o uguale al 20%).

Come calcolare il rischio cardiovascolare?

Scegliere la “Carta” corrispondente al genere (uomo o donna) e alla presenza o meno di diabete mellito:

  • uomo non diabetico,
  • uomo diabetico,
  • donna non diabetica,
  • donna diabetica.

Per ognuna di queste quattro categorie le carte sono suddivise per:

  • fumatori,
  • non fumatori.

Identificare poi il decennio di età anagrafica e posizionarsi nella casella in cui cadono i valore di colesterolemia e pressione arteriosa. Il rischio cardiovascolare a 10 anni è espresso in 6 Categorie (da I a VI) di Rischio di Malattia CardioVascolare (MCV):

La categoria di rischio MCV indica la probabilità (in percentuale) di quante persone su 100 con quelle stesse caratteristiche dovrebbero ammalarsi nei 10 anni successivi.

“Carte” del rischio cardiovascolare

A) Uomini non diabetici

Fonte: Progetto cuore – Istituto Superiore di Sanità

B) Uomini diabetici

Fonte: Progetto cuore – Istituto Superiore di Sanità

C) Donne non diabetiche

Fonte: Progetto cuore – Istituto Superiore di Sanità

D) Donne diabetiche

Fonte: Progetto cuore – Istituto Superiore di Sanità

Cosa fare dopo il calcolo del rischio cardiovascolare?

Ora che hai calcolato il tuo rischio cardiovascolare, cosa pensi di fare?

Aspettare per vedere se peggiora o cercare di migliorarlo?

Per migliorarlo sai cosa dei fare: devi ricordare che lo stile di vita è la terapia preventiva più potente.

Io ho scritto alcuni libri (L’Alimentazione che può prevenire e curare le nostre malattie e Le cause fisiche delle malattie) su come devi agire per perfezionare il tuo stile di vita (3, 4).

Se cresci in conoscenza, cresci in salute!

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Bibliografia

  1. http://www.cuore.iss.it/valutazione/carte
  2. http://www.cuore.iss.it/valutazione/METOD-PRESS
  3. Gava R. L’Alimentazione che può prevenire e curare le nostre malattie. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2017
  4. Gava R. Le cause fisiche delle malattie. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2020